Tragedia in Val di Mello, il geologo:«Quel granito è compatto. Distacchi di roccia difficili»

Nella foto di Luca Gianatti i due militari sopravvissuti sulla parete dove sono morti i tre colleghi. Lo scatto poco dopo la terribile tragedia

«Una tragedia avvenuta in una zona dove difficilmente si verificano distacchi di roccia, il granito della Valmasino è solido e compatto. L’ipotesi più probabile è che ci sia stato un errore, magari nel posizionare i chiodi». A parlare del tragico incidente che mercoledì, in tarda mattinata, è costato la vita a tre giovani militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza è il geologo Maurizio Azzola, che tende ad escludere un significativo crollo strutturale dalla parete rocciosa su cui si trovavano sia le tre vittime, in un’unica cordata, che altri due colleghi poco distanti.

«Certamente le piogge di questo periodo non hanno intaccato la solidità della roccia - spiega l’esperto geologo -. Quel tipo di roccia granitica, infatti, non subisce questo tipo di agente atmosferico. Piuttosto, possono agire maggiormente gli sbalzi di temperatura, il gelo e il disgelo, ma direi che non è questo il caso. Certo, è assolutamente possibile che una piccola porzione si sia staccata, ma non credo si sia trattato di un evento particolarmente significativo».

«E’ impossibile dirlo senza aver effettuato un sopralluogo - prosegue Maurizio Azzola - ma, con le notizie a mia disposizione, tendo a credere che possa esserci stato un errore nel posizionamento dei chiodi, forse in una parte della parete un po’ alterata. Un tragico incidente, senza dubbio».

Secondo l’esperto, quella parete, così come altre zone spesso scelte dai militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza, e non solo, per effettuare esercitazioni e attività di addestramento, si prestano perfettamente a questo tipo di attività proprio per la conformazione della roccia granitica presente in Valmasino.

«Si tratta di una roccia solida, compatta - afferma Azzola - che non è influenzata dalle piogge come, invece, lo sono i terreni morenici. Quella parete, così come altre nella zona, è verticale e con più dislivelli, l’ideale per questo tipo di esercitazioni».

I cinque scalatori al momento della tragedia si trovavano già abbastanza in alto lungo “Amplesso complesso”, una via celebre dell’arrampicata in Italia, che risale il precipizio degli Astronauti per circa trecento metri. Un itinerario aperto negli anni Ottanta, dopo gli anni ruggenti del sassismo. I chiodi sono pochi o inesistenti, e le soste, quelle su cui gli scalatori si assicurano per progredire nella salita di vie lunghe, sono da “attrezzare” di volta in volta. E forse c’è stato un problema proprio con uno dei chiodi e questo ha provocato il drammatico incidente.

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