Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 19 Novembre 2018
«Toninelli chieda scusa alla città
Ha insultato tutto il territorio»
Morbegno, il sindaco si dice offeso dalle dichiarazioni del ministro che rivelano ignoranza sulla materia.
«Voglio le scuse da parte del ministro Toninelli. Come sindaco della città capo mandamento di un territorio che ha largamente contribuito alla copertura economica di una grande opera, sono offeso e e trovo inqualificabile quanto dichiarato da un rappresentante del Governo, che ha dimostrato di non avere informazione né conoscenza di un territorio e dei costi e modalità di realizzazione di questa opera».
Il sindaco di Morbegno, Andrea Ruggeri è netto sul giudizio verso il ministro Danilo Toninelli che nei giorni scorsi ha additato la nuova statale 38 della Valtellina quale esempio di cattiva gestione di soldi pubblici e inefficienza, snocciolando dati, numeri e giudizi errati. «Trovo inaccettabile che un ministro, che non ho votato ma che mi rappresenta in quanto membro del governo, commetta l’errore di non essere informato correttamente e si permetta su questa base di offendere ciò che il nostro territorio, a partire da tutti i sindaci, ha fatto in questi anni per portare a termine un’opera di tanta rilevanza. Abbiamo sempre fatto la nostra parte affinché questo cantiere complicato e imponente funzionasse al meglio, abbiamo superato grandi problemi con un lavoro di squadra che ha coinvolto tutti i sindaci assumendoci a volte anche responsabilità non dovute per l’obiettivo finale».
Ruggeri fa presente inoltre che «invece degli sperperi di cui ha parlato Toninelli, abbiamo avuto risparmi che saranno reinvestiti sul territorio con il progetto su Tirano. Veniamo criticati da chi non ha conoscenza né consapevolezza di ciò che ogni giorno i sindaci di territori montani come il nostro devono sostenere per garantire servizi, un futuro, prospettive alla propria popolazione - prosegue Ruggeri -. Chi amministra conquista con fatica e gestisce con oculatezza ogni cantiere che riesce ad aprire: abbiamo risorse insufficienti, difficoltà spesso legate anche a leggi di Governo che ci penalizzano. Essere definiti un modello negativo è paradossale e inaccettabile».
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