Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 25 Maggio 2017
«Terra Alta, patto per la montagna»
Alla Fiorida di Mantello un progetto per dare valore e il giusto riconoscimento economico alle produzioni sopra i 700 metri. Vanini: «Serve una crescita, anche qualitativa, delle piccole realtà» - Martinalli: «Ora estendere le aree coltivate».
Operatori “ecoagricoli” delle “terre alte”, nasce il modello della azione e cooperazione in rete. Ieri alla Fiorida, a Mantello, è stato presentato il progetto «Terra Alta di Valtellina» promosso dalla Fiorida stessa e che punta alla valorizzazione e ad offrire partnership alle lavorazioni agricole e artigianali realizzate oltre i 700 metri di quota, difendendone i prodotti.
Un impegno sul quale stanno già convergendo aziende e sulla base del quale si stanno stringendo accordi. Ieri è stato annunciato che in Terra Alta e a collaborare con La Fiorida entra la Latteria Sociale di Mellarolo, unica latteria sociale ancora attiva in Valgerola.
All’incontro e conferenza stampa erano presenti l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Giovanni Fava, il presidente della Comunità montana di Morbegno, Christian Borromini, amministratori della Valgerola e di Mantello; oltre al presidente di Coldiretti Sondrio, Alberto Marsetti, al direttore Andrea Repossini, e ai referenti dell’Associazione provinciale allevatori (Apa) di Sondrio con il direttore Gianmario Tramanzoli.
La rete di collaborazione sui prodotti e di sostegno al lavoro rivolta alle piccole realtà della filiera del latte che operano sopra i 700 metri di quota ha già un marchio, svelato ieri. Il logo Terra Alta di Valtellina ha come simbolo un gerlo, La Fiorida ha parlato di sé: «Con la nostra attività e attraverso i principi su cui si basa – ha affermato Stefano Martinalli, co-fondatore de La Fiorida – abbiamo aperto una strada in cui è fiorito il confronto e lo scambio con i piccoli produttori che sono stati coinvolti portando e fornendo le loro eccellenze, le materie prime. Hanno investito nelle proprie attività, incrementando in qualità e ottenendo più ritorni economici, tutto questo senza mai venir meno ai principi etici e tradizionali del loro lavoro. In noi – è stato sottolineato – hanno trovato collaborazione su temi ispirativi importanti, la filiera corta e completa, il benessere animale, l’esaltazione delle specificità autoctone. È nato un modello sostenibile e virtuoso – hanno chiarito i rappresentanti della Fiorida – che oggi si espande e viene declinato nel marchio “Terra Alta di Valtellina”, progetto dedicato all’ambiente, all’economia, ai produttori e ai residenti dei territori di montagna. Pensato per valorizzare questi eco-sistemi attraverso le produzioni agricole e artigianali».
Il marchio vuole esaltare un modo di intendere il lavoro nelle terre alte. «A questo territorio e alle persone che continuano a credere nelle sue potenzialità e tradizioni – ha detto Plinio Vanini, fondatore della Fiorida – dobbiamo molto. Per questo abbiamo pensato di lanciare il progetto “Terra Alta di Valtellina”: a chi opera nel settore agricolo e artigianale in alta montagna, vogliamo riconoscere un valore, anche e soprattutto economico, impegnandoci nel favorire uno sbocco commerciale più agevole. Si tratta di onorare una attività che richiede un costo e una fatica superiore, fatta eroicamente e con passione, puntando a far sopravvivere tradizioni e lavorazioni di nicchia, con l’obiettivo di una crescita, anche qualitativa e di prospettiva occupazionale. Al contempo – ha affermato Vanini – vogliamo valorizzare verso il pubblico e i consumatori l’aspetto etico, emozionale e profondamente radicato che racchiudono i prodotti che sposeranno il marchio “Terra Alta di Valtellina”: il modello di filiera corta che lo sorregge si è dimostrato sostenibile e virtuoso a La Fiorida, crediamo profondamente nella sua esportabilità e replicabilità».
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