Tartano: 50.000 visitatori all’anno per il Ponte nel cielo

Lo scorso fine settimana qui si è celebrato un matrimonio (l’ultimo di una lunga serie), pochi giorni prima è toccato all’esibizione dell’Orchestra Vivaldi che al tramonto, sospesa nel vuoto, ha tenuto su un singolarissimo palcoscenico il suo “Concerto nel cielo”. Queste sono solamente alcune delle iniziative che hanno avuto come sfondo il famosissimo ponte tibetano della Valtartano. Il Ponte nel cielo, nato nel 2016 e inaugurato nel 2018, un ardito ponte tibetano che collega Campo con il maggengo Frasnino.

Una passerella alta 140 metri, lunga 234 metri dal quale si può ammirare lo spettacolare scenario della sella di Campo, le imponenti vette ed i ghiacciai delle Alpi Retiche, la verde vallata Orobica, la diga di Colombera, il fiabesco maggengo Frasnino e l’apertura del fondovalle valtellinese che culmina nel lago di Como per tramonti indimenticabili.

A pensarlo, realizzarlo e gestirlo è il consorzio Pustaresc, soci (37 in tutto). E il Ponte ha fatto una specie di piccolo miracolo vista l’affluenza e la notorietà arrivata in Valtartano grazie a questa attrazione turistica. «Il ponte ormai – dice Renato Bertolini presidente dell’attivissimo consorzio - si è stabilizzato negli anni con presenze costanti e variabili in base al meteo e con la nuova biglietteria-punto informazione i biglietti si fanno direttamente sul posto senza prenotazione e visto il pacchetto turistico del ponte implementato ponte più parco Frasnino, mostre, birdwhatcing, aree attrezzate, poi sentieristica, parcheggi, nuovo chiosco e wc gratuiti il biglietto ha costo 8 euro». La media del Ponte, uno dei posti più instagrammabili d’Italia, è di 50.000 biglietti venduti all’anno e 60/65.000 passaggi complessivi annuali. Grande merito va dato a mente e braccia di Bertolini, presidente dal 2016 e che alla fine del 2025 è pronto a passare le consegne. E c’è da credere che la sua guida mancherà a molti, anche al sindaco Osvaldo Bianchini che da sempre tesse le lodi di «questo visionario e al tempo stesso razionale uomo che ha fatto tanto e sono sicuro che farà tanto per Tartano per questo lo ringraziamo». Intanto anche l’estate 2024 è andata più che bene.

«Abbiamo destagionalizzato e ogni stagione quindi è buona, ma in estate passa il 40% dei visitatori, circa 20.000 persone. Quest’anno – precisa il presidente - abbiamo notato una grande percentuale degli stranieri, un terzo dei passaggi, in primis tedeschi e olandesi e gli italiani arrivano da tutte le parti dello Stivale». Molte le soddisfazioni e rimpianti?. «Non essere già pensionato, avrei avuto o il tempo per dedicarmi al ponte invece di rubarlo alla mia famiglia e al mio studio». Fra gli ostacoli invece : «l’afflusso iniziale di vero overtourism risolto con il contingentamento, ma che ha creato un anno di seri attriti con parte dei paesani e villeggianti storici. Poi non sono riuscito a coinvolgere sempre i miei soci e simpatizzanti del consorzio nelle innumerevoli iniziative e contatti che avevamo, questo alla lunga ha creato problemi, non lo nascondo». E continua: «Come diceva l’avvocato Agnelli dei campioni che comparava alla Juventus, tutti utili, ma nessuno indispensabile, non lo sono nemmeno io. Adesso c’è bisogno di un direttore nuovo. Mi piacerebbe letteralmente “non essere ricordato”, che conta è questa attrazione, il suo indotto, i posti concreti di lavoro. All’inizio ho lasciato la cosa nel mistero, ho nascosto che l’idea del ponte fosse stata mia, poi si è saputo e da lì sono partiti un po’ di problemi, i gruppi di volontari alcune volte finiscono in queste dinamiche».

Bertolini continua a stare nell consorzio. «Ho restaurato con altri due soci un baitello storico in Frasnino del 1877 , poi ho la baita di famiglia nel maggengo Lòk col mio amico Luciano. E se mia moglie non mi caccia dal bivacco Rovedatti posso anche guardami dall’alto un po’ i tramonti e nuove albe». E cita il sindaco, «che era in prima persona ad avvitare le assi del ponte prima dell’inaugurazione, aveva convinto l’amministrazione precedente ad autorizzarne la costruzione e mi piacerebbe potesse prendere in mano lui il ponte, ma prima deve avere una baita nel Pustarèsc sennò per statuto è impossibile». E idee per il futuro?. «Per ora continuare a fare promozione al ponte ed alla nostra Valtellina. Mi piacerebbe anche diventare nonno e poter raccontare ai miei nipotini della costruzione del grande ponte dei suoi misteri, tanto per qualche anno so che mi crederebbero incondizionatamente».

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