Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 14 Marzo 2017
Stazione di Morbegno, quell’orologio non ancora riparato
La Fit Cisl sottolinea le carenze sulle quali c’è una raccolta di firme. Fedele: «Oltre a biglietteria e sala d’aspetto, nessun servizio per viaggiatori».
Stazioni ferroviarie, porte della città, a Morbegno centro con ambizioni ricettive desta preoccupazione con l’avvicinarsi della stagione turistica degli arrivi, delle partenze, il vetusto stabile ferroviario. Nel contesto urbano di piazza Bossi l’edificio non brilla per gli spazi di accoglienza, i servizi dell’ente gestore sono ridotti all’osso, gli ambienti sono un po’ sfioriti e, come sottolineano diversi viaggiatori, è sparito dal vertice della palazzina anche l’orologio che segna il tempo per chi deve correre a prendere treni e incrociare coincidenze. Non c’è un orologio di servizio in tutta la piazza.
Manca un po’ di riqualificazione anche nelle aree circostanti, i parcheggi sono terrosi, la zona un po’ triste, scarsa la segnaletica orizzontale nella vicina via Martinelli. Dopo le recenti polemiche sulla conduzione e il mantenimento interno della sala d’aspetto dello scalo, l’attenzione sull’importante contesto e struttura ad uso pubblico è un po’ scemata. Sul tema non mancano le puntualizzazioni dei sindacati di settore. «Stazione di Morbegno, come altre stazioni provinciali, problema da prendere in mano - sottolinea per la Fit Cisl sondriese, Federazione Italiana trasporti, Michele Fedele - e so che sta circolando in Bassa Valle un documento per raccogliere firme a riguardo. Su Morbegno - aggiunge - va sottolineata la valenza dello scalo, ma oltre alla biglietteria, alla sala d’aspetto, non ci sono servizi di accoglienza. L’accoglienza - chiarisce il sindacalista - è proprio un po’ il cuore delle criticità gestionali di queste strutture. Uno arriva, sosta, non trova punti di riferimento. E se pensiamo che ci si avvicina all’estate e all’aumento dei flussi di visitatori non ci si può che preoccupare. Non si può neanche - aggiunge - affidare agli autisti dell’Stps, la società provinciale dei trasporti su gomma che ha la sede di fianco ai binari, l’impegno dei compiti di accoglienza, perché succede, e accettare che una grande stazione garantisca poco altro oltre alla semplice vendita dei biglietti».
Dal fronte sindacale si cerca di indicare direzioni diverse. «Come nostra considerazione - ha proseguito il dirigente Cisl - pensiamo che se Trenord e Rfi, l’ente proprietario della rete hanno deciso di contrarre il proprio impegno e tagliare fondi per le strutture, se ne deve prendere atto, ma devono entrare in campo soggetti diversi, pensare a servizi magari a pagamento. In ogni caso, prendere in carico il problema».
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