Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 25 Febbraio 2018
Statale 38, inizia il conto alla rovescia
A metà luglio le prime auto sulla strada
I lavori termineranno a giugno, poi si dovranno fare tutti i collaudi necessari
Previsti controlli statici, omologare tutti gli impianti di areazione e verifica delle barriere.
Mercoledì è stata messa nero su bianco da Anas la consegna del cantiere della nuova statale 38 per il mese di giugno. Adesso si parte con il conto alla rovescia per l’apertura ufficiale della variante di Morbegno. Ciò che più preme sapere, a questo punto, è la messa su strada delle prime auto e quindi lo stop alle colonne di auto che si formano soprattutto il fine settimana sull’arteria stradale principale della provincia, l’attuale 38.
A scandire il tempo di attesa che, secondo i primi calcoli, dovrebbe scadere a metà luglio, sono le operazioni di collaudo della nuova statale. Una volta terminati i lavori, infatti, «vanno effettuate le verifiche e i collaudi statici (tenuta dei ponti, qualità delle barriere e così via) che si possono e si stanno eseguendo anche in corso d’opera. Quindi - spiega Francesco Bongio, consulente tecnico che per conto del Comune di Morbegno sta seguendo da vicino l’intervento viabilistico - tocca all’omologazione degli impianti elettrici e di ventilazione all’interno delle gallerie che deve essere effettuata dai vigili del fuoco, ai quali spetta il rilascio delle certificazioni necessarie e previste dalla legge. In questo caso il controllo deve essere eseguito a impianti definitivamente completati».
Una volta superata questa fase, la strada potrà dirsi collaudata nella sua interezza: se il cantiere scorrerà via liscio come preventivato per chiudersi alla fine di giugno, è ragionevole pensare che 15, 20 giorni dopo le auto potranno percorrere il nuovo tracciato. Che, per la verità, avrebbe dovuto essere pronto all’inizio di quest’anno: i lavori partiti nel 2015 in effetti si sarebbero già dovuti concludere lo scorso dicembre, ma a causa dello stop di oltre sei mesi ai lavori nel cunicolo della galleria Selvapiana, la chiusura del cantiere è slittata a questa primavera; le note tensioni fra appaltatori, subappaltatori e fornitori hanno provato, invece, i rallentamenti più recenti, oggi superati. Prima ancora c’erano stati slittamenti dovuti al passaggio di mano del cantiere dalla Tecnis, impresa che ha vinto la gara offrendo un ribasso del 38% sulla base d’asta di 292 milioni, alla Cossi di Sondrio, oggi controllata all’80% dal colosso romano di Condotte.
Intanto si è già iniziato a pensare a cosa succederà una volta che i cantieri saranno smantellati, in particolare quello base che ha sede nella frazione morbegnese di Campovico. «Oltre alle opere di compensazione che si metteranno in campo per sistemare il territorio interessato dai cantieri - spiega il presidente della Comunità montana di Morbegno, Christian Borromini - riuniremo un apposito tavolo per la bonifica dell’area di Campovico, sul quale diamo la piena disponibilità per il trasporto e la posa del materiale nel cantiere».
Sull’area - per la maggior parte di proprietà della Cm - sia il Comune che i residenti hanno avanzato suggerimenti a proposito della sua futura riconversione.
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