Sondrio, la Finanza negli uffici di Secam.
L’ex ad De Gianni: «Io indagato,
nulla da nascondere»

L’ex primo cittadino di Dubino: «Ho ricevuto un avviso di garanzia per l’ipotesi di truffa, pienamente tranquillo come sempre»

Un nuovo procedimento, stavolta per l’ipotesi di truffa aggravata, con diversi indagati fra cui spicca il nome di Gildo De Gianni, fino a pochi mesi fa sui banchi dell’opposizione a Dubino, Comune del quale è stato a lungo sindaco, ma forse per fatti avvenuti nella precedente gestione. Non c’è pace per la Secam, la spa interamente pubblica che si occupa, in Valtellina e Valchiavenna, della gestione dei rifiuti e delle acque. Nella mattinata di ieri, i militari della Guardia di finanza di Sondrio del colonnello Giuseppe Cavallaro sono tornati nella sede di Secam, nella periferica via Vanoni, per un’altra di quelle visite che non possono essere certo definite di cortesia. Alla presenza dell’avvocato di fiducia Enza Mainini, con studio professionale a Morbegno, i militari si sono intrattenuti a lungo.

«Hanno semplicemente acquisito della documentazione necessaria a svolgere un’indagine - si limita a dire Nicola Perregrini, l’amministratore delegato dell’importante società pubblica presieduta da Raffaele Pini, non coinvolto nella nuova inchiesta, come peraltro non lo era stato nelle precedenti -. Di più al momento non posso proprio aggiungere. Ora la devo lasciare, in quanto sono molto impegnato». Con il trascorrere delle ore, il quadro concernente l’ultima indagine si riesce in parte a dipanare, fra mille difficoltà, a fronte della mancanza di una comunicazione ufficiale.

«Alle 8 del mattino (martedì, ndr) i finanzieri sono venuti a casa mia - ci confessa Gildo De Gianni, per un decennio ai vertici della società, presidente e poi amministratore delegato di Secam, carica lasciata nel dicembre 2021 -. Avevano in mano da consegnarmi un avviso di garanzia per l’ipotesi di truffa a firma del procuratore Piero Basilone, titolare dell’inchiesta. Avevano l’autorizzazione dal magistrato a fare copia dei contenuti del mio personal computer e del mio telefonino». E aggiunge: «L’indagine deve essere nata da quella che hanno fatto sulla situazione finanziaria di Secam che era finita in nulla. Io non ho niente da nascondere, ho reso piena collaborazione ai militari giunti a casa e non ho neppure voluto farmi assistere da un avvocato come, invece, avrei avuto diritto di fare. Sono pienamente tranquillo, come sempre».

Ma su cosa si appoggia questa nuova indagine che, oggi, la riguarda direttamente? «Viene contestato che, negli anni, abbiamo ricevuto contributi non dovuti da Arera per circa 500mila euro, per quanto concerne il Servizio idrico, in più annualità. Ma la richiesta di contributi, poi concessi, è sempre stata avallata dall’Ufficio d’ambito. Tutto sempre alla luce del sole». Oltre a De Gianni sotto la lente degli inquirenti ci sarebbe, inoltre, l’attività dell’ad, del direttore pro tempore del Servizio idrico di allora, oggi non più in Valtellina, e del successore. In totale quattro avvisati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA