Scaiun, la notte degli sfollati fuori dalle proprie case

Val Masino

Chi è andato da parenti, chi ha trovato alloggio negli alberghi della zona, il Miramonti, il Rustichella, il San Martino, il Sasso Remenno, tutti a disposizione dei 120 sfollati che non hanno potuto trovare una soluzione alternativa. Di contro, i turisti che soggiornavano in Val Masino, sono in buona parte rientrati alle loro abitazioni pena la possibilità di rimanere bloccati in valle, dato che la viabilità è stata interrotta in ingresso prima di Cataeggio e non si può né scendere né salire in Val Masino, salvo si sia autorizzati o per situazioni di emergenza.

«Io non volevo lasciare la mia abitazione che si trova a ridosso delle scuole, in via Marconi, ma che non era stata evacuata anni fa quando già lo Scaiun era franato - dice Giulio Songini, di Cataeggio, storico del posto -. Sinceramente non penso che il versante arrivi veramente a franare, però, le autorità ci hanno imposto di lasciare le nostre case per via di un pericolo incombente, per cui, pur se a malincuore, abbiamo fatto la valigia e siamo usciti poco dopo mezzogiorno. Solo che nell’agitazione ho dimenticato a casa le medicine così, una volta arrivato al Miramonti, ho dovuto chiedere il permesso per tornare in casa. Non è stato facile. Ho dovuto firmare tutte le autorizzazioni del caso, poi, scortato dai carabinieri, a piedi, sono sceso fino in casa a prendere le mie cose».

Songini, che è la memoria storica di Cataeggio, un’emergenza di questo tipo non se la ricorda.

«Anche anni fa, parte del paese era stato evacuato e per precauzione anche le scuole - ricorda -, ma stavolta la zona rossa è stata ampliata ricomprendendo ben più caseggiati. Per questo siamo arrivati a 300 evacuati. Io ho scelto il Miramonti perché conosco la gerente, Elena Scetti, e qui sto bene, sono fra amici. E, alla fine, devo dire che è persino bello ritrovarsi insieme, tutti noi paesani, a raccontarci le nostre cose, considerato che, spesso, pur essendo vicini di casa, non ci si vede mai per mille motivi».

Adesso, in comune, i residenti a Cataeggio, hanno la sorte legata alla frana storica dello Scaiun, con cui sono abituati a convivere.

«Sono già stati realizzati muraglioni paramassi e uno è in corso di realizzazione proprio ora, prossimo ad essere terminato - dice -, però se la frana si è spostata di otto millimetri e più non è una bella cosa. Già i nostri antenati sapevano dei pericoli della montagna e, periodicamente, si sentono rotolare a valle dei sassi. Noi, ormai, siamo abituati. La nostra vita è lì, sotto lo Scaiun e spero che ci torneremo presto».

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