Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 20 Dicembre 2016
Recuperano oggetti nelle case
ridotte a macerie
I vigili del fuoco nelle zone del terremoto in cerca di oggetti su indicazione dei proprietari. «Le scosse si sentono ancora, il sisma non è finito».
Vigili del fuoco valtellinesi ancora ad aiutare e operare nelle zone critiche del terremoto in Centro Italia, a Visso, Ussita, centri ai margini dell’epicentro, 70 km da Amatrice, poco meno di 40 in linea d’aria da Norcia, da Castelluccio, località le cui devastazioni a seguito del sisma hanno fatto il giro del mondo.
A Visso, Ussita, paesi della montagna maceratese sugli Appennini, area a cavallo tra Marche e Umbria, il terremoto ha “picchiato forte”, la maggior parte delle case dei centri storici è danneggiata e inagibile, le popolazioni che dormono sul litorale a Civitanova Marche o dai parenti e che di giorno tornano per recuperare beni e per capire se qualcosa si è salvato o si può salvare.
In questi giorni, in quei luoghi appenninici, tra quelle valli strette e fredde hanno operato i vigili del fuoco valtellinesi. «Siamo scesi giovedì 1 dicembre e siamo tornati l’8 di notte – raccontano Gianpiero Abordi, Davide Fontana, Nicola Marchetti, Maiko Luzzi, Ivano Corradini, Mauro Capelli e Fulvio Zugnoni – abbiamo messo a disposizione 7 elementi, una sezione operativa del Comando di Sondrio proveniente da vari distaccamenti. Abbiamo operato nei comuni di Visso e Ussita. Sono – spiegano – le zone più centrali del terremoto, non proprio l’epicentro ma vicino, e ci sono stati molti danni con abitazioni totalmente inagibili».
Per loro, una settimana di lavoro, di sopralluoghi, di messa in sicurezza di strutture fatiscenti, «Il nostro compito – dicono – è stato quello di andare a recuperare beni dentro le abitazioni più o meno compromesse o non compromesse ma non agibili perché magari vicino ad altre pericolanti. Entriamo in casa, il caposquadra – precisano – valuta la situazione, se si può operare, se l’abitazione non è sicura. I cittadini da fuori ci spiegano cosa dobbiamo prendere. Se poi la casa è sicura, se non ci sono cedimenti immediati con il caschetto li facciamo entrare».
I cittadini dei due paesi, uno, Visso, un comune di 1100 abitanti e Ussita, 446 residenti fanno la spola dagli alberghi della costa, sul mare, al paese ogni giorno, come per il lavoro. «Vengono al mattino, chi non ha l’auto viene con la corriera a recuperare beni primari, poi si presentano in quello che è stato il nostro ufficio mobile, fanno richiesta per sapere se si può realizzare la copertura del tetto per evitare che le infiltrazioni danneggino ulteriormente interni e suppellettili, ci chiedono se è possibile riavere i beni principali».
Intanto la terra trema. Ogni giorno durante la settimana di permanenza della sezione operativa valtellinese lo sciame sismico ha fatto stringere il cuore a chi era nella zona. «Le scosse si sentono – precisano gli effettivi sondriesi dei vigili del fuoco – le si avverte bene almeno due, tre volte al giorno, si cominciano a sentire sopra il 3.5, 3.8 della scala Richter, al di sotto senti solo una leggera vibrazione, ci sono giornalmente, ti lasciano allibito. È passato qualche mese, dovrebbe essere tutto finito e invece no. Anche i danni che ci sono – spiegano – continuano a peggiorare, le criticità strutturali di alcune case in cui eravamo entrati a inizio settimana, si sono vistosamente aggravate nell’arco di sette giorni: aumentano le crepe, i piccoli crolli parziali, la situazione sotto questo profilo è in piena evoluzione».
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