Ragazzi travolti dal treno, Berbenno si ferma. Oggi il lutto cittadino

Cordoglio Bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio Il titolare delle giostre: «Li conoscevo bene entrambi»

Bandiere a mezz’asta in municipio e su tutti gli altri edifici pubblici, tra cui le scuole. Rintocchi di campana. E alle 10 serrande degli esercizi commerciali abbassate, pur non sospendendo l’attività, rispettando tutti assieme un minuto di silenzio. In ricordo di Meriton Ajeti e Manuel Gabriel Tejada Reyes, i due adolescenti che domenica sera hanno perso la vita, travolti da un treno in transito alla stazione di San Pietro Berbenno.

È una comunità in lutto oggi quella di Berbenno, dove il sindaco Valerio Fumasoni ha proclamato giornata di lutto cittadino, «per manifestare, in modo tangibile e solenne, il nostro cordoglio, la nostra vicinanza e partecipazione e quella dell’intera cittadinanza al dolore delle famiglie per le gravi perdite subite».

Dolore

In verità già ieri, all’indomani della tragedia in cui sono morti i due 15enni residenti a Sondrio, c’è chi si è fermato. Volutamente, con il cuore rotto, proprio per ricordare «due amici che insieme ai nostri tanti altri amici erano soliti farci visita e seguirci, dappertutto, per l’intera Valle».

A parlare è Holmes Bolgiani, titolare dell’omonima impresa di giostre, che dal 2 marzo scorso sono a Berbenno. Poco distanti dal centro e nei pressi del cimitero, ieri era tutto fermo. Chiusi gli autoscontri, ferme le giostre, così come gli altri stand, coperti da teli.

«Siamo davvero addolorati - ha raccontato Holmes ieri pomeriggio -. Domenica sera, fino all’ultimo, abbiamo sperato. Davvero due nostri amici; li conoscevamo molto bene: il dolore è grande. Erano stati da noi anche domenica scorsa: un tranquillo pomeriggio di divertimento, come fanno tanti ragazzi».

Un giro sulle giostre, un altro sugli autoscontri. Si ascolta un po’ di musica, si incrociano gli sguardi della ragazzina o del ragazzino che ti piace. Insomma tutto nella più normale e semplice normalità: «Erano in compagnia, una trentina circa. Ma ci seguono ovunque. Dopo la pausa invernale, si ricomincia da Berbenno. E loro c’erano. Ma ci seguivano lo scorso anno ricordo anche a Tirano, a Delebio, Ardenno». Insomma degli affezionati adolescenti, «e oggi - ieri per chi legge, nda - non ce la siamo sentita di aprire le giostre. Abbiamo preferito in segno di vicinanza alle famiglie e ai loro cari, oltre che in segno di lutto tenere tutto chiuso, come faremo domani (oggi per chi legge, nda), aderendo alla giornata proclamata dal sindaco».

Una scelta, quella dell’amministrazione, che intende «interpretare il dolore e la profonda commozione dell’intera comunità in seguito al tragico incidente ferroviario di domenica», prosegue Fumasoni, che per scelta non entra in merito alla vicenda. «Saranno gli inquirenti a raccontarci una verità, che può servire come monito, ma che sicuramente non può consolare chi è stato travolto da una terribile perdita come quella di un figlio».

Il paese

All’indomani della tragedia, Berbenno era visibilmente scosso. In paese ieri sia nei bar che nei negozi non s’è parlato d’altro. Ma con massimo rispetto, con commozione e tanta vicinanza a chi è stato toccato nel profondo degli affetti. Pure alla stazione è stato un continuo andirivieni. In religioso silenzio. Anche curiosi, in verità, per capire dove fosse successo l’incidente. Ma ci sono stati anche amici. Erano passate da poco le 15,30, quando sulla banchina è arrivato un ragazzotto. Con una t-shirt rossa e lo sguardo a terra. In mano un sacchetto. Tipo quelli del pane. Al suo interno un mazzolino di mimose gialle, che ha voluto lasciare tra le pietre, proprio in prossimità dei binari teatro del dramma: facendosi il segno della croce, ha mandato un bacio, con le lacrime che gli rigavano il volto.

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