Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 01 Maggio 2019
Quadrato Magico, lo stop fa discutere
«Speriamo il testimone venga raccolto»
La fine dell’attività dell’associazione culturale morbegnese scatena inevitabili reazioni. Dal timore per la mancanza di una valida realtà alla ricerca dei modi per rilanciare la cultura
Non poteva che suscitare reazioni dispiaciute la notizia della scomparsa definitiva dell’associazione culturale QM, Quadrato Magico. Il primo effetto è arrivato di colpo sul pubblico che ha potuto godere della musica che i ragazzi del Qm hanno saputo portare in provincia; quindi l’amarezza degli addetti ai lavori che hanno avuto la fortuna di lavorare con un gruppo di appassionati capaci di attirare in Valle musicisti rock, jazz, blues, pop di alto calibro Quindi la reazione degli enti pubblici, che in questi anni hanno cercato di sostenere l’associazione (ormai pressoché nullo l’appoggio dei privati), che formalmente non esiste più dall’ 11 aprile. È di giovedì invece l’annuncio pubblico del presidente Roberto Cornaggia, che ha salutato soci , sostenitori e pubblico,
«Purtroppo la situazione si conosceva da qualche tempo – afferma l’assessore comunale di Morbegno Claudio D’Agata -, per questo abbiamo gettato le basi per una futura collaborazione con Cornaggia e con le altre associazioni che finora hanno contribuito alla realizzazione del cartellone artistico al Sant’Antonio».
Il sindaco di Cosio, Alan Vaninetti, condivide l’amarezza per la perdita «di una realtà tanto importante per il territorio, che è nata a suo tempo come una costola dell’amministrazione comunale di Cosio, prima di diventare soggetto autonomo. L’amministrazione l’ha sempre sostenuta prima in maniera più consistente quando la maggior parte degli eventi venivano realizzati su questo comune, poi in misura minore quando le attività si sono concentrate sull’auditorium di Morbegno».
Sulla questione si esprime anche il candidato sindaco a Morbegno Alberto Gavazzi: «Ho saputo delle difficoltà che hanno caratterizzato il Qm soprattutto nell’ultimo anno. In Valtellina poi dobbiamo sempre fare i conti con i piccoli numeri nella sopravvivenza di sodalizi di volontariato - la sua considerazione -: se si fermano tre persone, c’è il rischio che si fermi l’attività dell’intero sodalizio».
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