Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 11 Giugno 2024
Processo all’ex provveditore di Sondrio, giovedì l’udienza
Coinvolte 38 persone, fra cui l’ex dirigente Fabio Molinari e cinque presidi all’epoca dei fatti operativi in istituti di istruzione della provincia
A quasi due anni e mezzo dall’avvio dell’inchiesta sui presunti illeciti attribuiti in provveditorato a Sondrio al suo direttore, Fabio Molinari, si chiude la fase inquirente e si apre quella giudicante. Giovedì 13 giugno, alle 9.30, nell’aula 12 al piano terra del Tribunale di Sondrio, si terrà l’udienza preliminare nella quale il giudice Fabio Giorgi deciderà in merito al rinvio a giudizio o meno degli indagati. In tutto 38 persone, fra cui cinque presidi all’epoca dei fatti operativi in istituti di istruzione della provincia di Sondrio dei quali, uno è rientrato al proprio paese d’origine nel sud Italia.
Si parla di indagati e non di imputati perché il procedimento è in fase preliminare. Solo in caso di rinvio a giudizio scatta l’imputazione vera e propria e si andrà a processo. Iter che si preannuncia lungo e complesso, tanto quanto è stata complessa la fase inquirente.
Non lunga, va detto, perché i militari della sezione mobile del Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza, all’epoca guidati da Arturo Tacconi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Sondrio, si sono dati un gran daffare e nel giro di pochi mesi hanno chiuso il cerchio attorno a una vicenda che ha mandato a soqquadro il Provveditorato e ha scosso l’intero mondo della scuola della nostra provincia.
Nulla di simile era mai accaduto prima in Valtellina, ma neppure a livello nazionale, ed a risentirne è stato tutto il mondo della scuola che tutt’ora soffre della mancanza di una figura dirigenziale che sia completamente nel ruolo. Il 1° aprile scorso è cessato per contratto anche il rapporto di lavoro triennale con Molinari, per cui, ancor più da allora, il Provveditorato è in attesa di una figura che lo coordini.
Molinari è fuori gioco, ormai, da mesi, da quando è stato posto agli arresti domiciliari il 4 ottobre del 2022, restandovi, nella sua abitazione di Lovere, in provincia di Bergamo, fino al 13 gennaio dello scorso anno. Fino al 26 successivo aveva dovuto ottemperare all’obbligo di dimora a Lovere, dopodiché è tornato libero. E non si sa se presenzierà all’udienza preliminare di domani o se sarà rappresentato dal suo legale, Stefano Di Pasquale, del foro di Sondrio.
Con lui una folta schiera di indagati, come detto, fra presidi, direttori dei servizi generali amministrativi degli istituti coinvolti, beneficiari di borse di studio o di tirocini risultati sospetti perché attribuiti, parrebbe, non in ottemperanza alle normative previste e in spregio ai diritti di altre persone che avrebbero potuto beneficiare di questi incarichi.
Infatti, la lista delle parti offese è lunghissima, 108 in tutto, a partire dall’Ufficio scolastico regionale, per proseguire con gli istituti comprensivi Paesi orobici di Sondrio, con il Centro provinciale di istruzione per adulti di Morbegno, col comprensivo Damiani 2 pure di Morbegno, col comprensivo di Ponte in Valtellina, fino all’istituto superiore “Alberti” di Bormio.
Un avviso di fissazione dell’udienza preliminare che prevede un novero di capi d’imputazione lunghissimo, si parla di 168, per cui ben si comprende come possa essere complesso per il giudice per le indagini preliminari Fabio Giorgi formulare una decisione nell’immediato. Dovrà sicuramente riservarsi, o, più probabilmente, prevedere una seconda udienza.
In quella di domani potrebbero essere presentate eccezioni preliminari, richieste di ricorso al rito abbreviato o al patteggiamento, e su un totale di 38 indagati, questi passaggi potrebbero richiedere parecchio tempo.
Per un impianto accusatorio comunque solido, frutto del lavoro certosino della Procura guidata da Piero Basilone, che nulla ha lasciato al caso nel ricercare conferme a quanto sostenuto in due esposti anonimi risalenti al gennaio 2021 in merito ad una gestione ritenuta troppo personale e contra legem del Provveditorato da parte del suo direttore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA