Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 15 Luglio 2019
Prezzi del legname in calo, la beffa della tempesta Vaia
Oltre il danno la beffa. Stanno procedendo i lavori di massima urgenza per sgomberare boschi e versanti dagli alberi abbattuti negli ultimi giorni di ottobre del 2018. Ma poiché la quantità di materiale è elevata i prezzi stanno calando: i taglialegna vendono la biomassa per cippato al 20% in meno.
Piogge battenti e persistenti colpirono a partire dal 26 ottobre le regioni alpine e appenniniche, ai nubifragi si unì anche un fortissimo vento caldo di scirocco che, soffiando ad una velocità tra i 100 e i 200 km/h provocò lo schianto di milioni di alberi con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine. Il conteggio dei danni fu drammatico, solo in Lombardia si contarono 700.000 metri cubi di alberi abbattuti, pari a circa 800.000 fusti perduti, per la Valtellina si accertarono danni a 50.000 - 60.000 metri cubi di legname.
Tanto legname che, una volta recuperato e avviato in filiera di produzione, arriva persino ad “inflazionare” il mercato del legno destinato a biomassa, a legno da opera. Perché gli alberi abbattuti si stanno recuperando. Il piano di “somma urgenza”, avviato sul territorio, «per prevenire pericoli alla pubblica e privata incolumità», vide il governo e la protezione civile attivarsi stanziando fondi, per coprire gli interventi di esbosco dei tronchi abbattuti e la sistemazione della viabilità forestale. Oggi, si può iniziare a stilare le prime stime relative alla normalizzazione dei nostri boschi.
«La Valtellina si è mossa bene - ha affermato il presidente della Associazione regionale dei Consorzi forestali Carmelino Puntel, furvasco, vero “pungolo” sullo scenario lombardo, per una gestione avveduta e sollecita dell’operazione post tempesta – dai dati che arrivano e che abbiamo modo di valutare secondo il nostro osservatorio meramente tecnico, si sta andando avanti con buoni risultati. Tutta la Lombardia è in movimento sui versanti e nelle valli interessati dall’evento, in Valdisotto, area che nella provincia di Sondrio ha riportato i danni maggiori, le imprese forestali stanno andando a pieno regime. È partito il Tiranese, Sondrio cammina a buon ritmo. E mano a mano si sta andando avanti a recuperare questo legname. È legname morto e in questa quantità, se non si preleva in modo sollecito, causa danni e infezioni ai fusti vicini, infetta il bosco, ne intacca la salute e l’integrità. La tempistica per questo è importante, non si lasciano simili cataste a marcire a fianco di piante sane». È la regola del bosco.
«Come consorzi forestali – aggiunge - la tempesta è stata anche un danno economico. Per il nostro lavoro, purtroppo i prezzi stanno calando, i nostri taglialegna vendono la biomassa per cippato a un 20% in meno, c’è tanto materiale sul mercato. Il materiale danneggiato e che lavoriamo, paradossalmente ci fa “concorrenza” e chi fa i prezzi lo considera. Ma cerchiamo di limitare i danni alle nostre casse e al contempo alla terra e ai boschi, la priorità è il recupero e successivamente lo smaltimento nel dopo devastazione, il lavoro dei consorzi forestali è prima di tutto una attività di servizio ecologico».
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