Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 03 Gennaio 2020
Preso pusher marocchino “pendolare”
Addosso aveva 27 grammi di eroina
L’uomo, senza fissa dimora, aveva in tasca 4.600 euro che non ha saputo giustificare. In manette anche due valtellinesi tossicodipendenti, scarcerati subito dopo la convalida.
Un giovane marocchino senza fissa dimora e senza permesso di soggiorno è stato arrestato per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’immigrato - classe 1995 - è stato trovato a Morbegno, alle 4 del mattino, mentre pedalava in sella a una bici per le vie della città. Addosso aveva 27 grammi di eroina e 4600 euro in contanti che non è stato in grado di giustificare. Tradotto in carcere, si è presentato davanti al giudice Pietro Della Pona che dopo aver convalidato l’arresto lo ha scarcerato disponendo per lui il divieto di dimora. Il marocchino non potrà quindi tornare in Valtellina.
Il suo non è un caso isolato. È uno dei tanti “manovali” reclutati da chi gestisce il traffico degli stupefacenti: persone senza un domicilio, senza uno straccio di permesso di soggiorno in tasca che si prestano a spacciare a cottimo per sbarcare il lunario in quest’Italia che raggiungono come si raggiunge la meta di un sogno proibito, per poi rendersi conto che qui rischiano di fare la fame peggio che altrove.
Vengono ingaggiati dalla “mala” milanese per compensi che vanno dai 100 ai 150 euro al giorno. Chi li assolda dà loro la droga da smerciare e la “piazza” da coprire. Loro salgono su un treno, raggiungono la zona e si fermano fino a quando hanno venduto tutte le dosi. Di solito ci vogliono due o tre giorni. Si fanno ospitare da amici, o più spesso sfruttano una rete di contatti che va ben oltre le loro conoscenze. Se proprio non trovano nessuno allora dormono nei boschi e si mantengono lontani dai “radar” delle forze dell’ordine per non essere “intercettati”. Tra le zone più esposte a questo “pendolarismo” c’è la Bassa Valtellina, come ben dimostrano alcune delle operazioni anti droga più importanti messe a segno lo scorso anno che hanno ad esempio consentito di sgominare la banda di spacciatori che utilizzava i boschi sopra Morbegno come base per il traffico di cessione di stupefacente.
Venduta la “merce” e rientrati alla “base”, devono riconsegnare la droga che eventualmente non sono riusciti a piazzare e il contante che hanno in tasca.
Se i conti non tornano sono guai grossi. Ma nessuno di loro cerca di fare il furbo. Nel caso - malaugurato per loro - in cui dovessero ritrovarsi con le manette ai polsi, le forze dell’ordine sanno già che non possono contare su una loro eventuale confessione. Se ne guardano bene dal parlare perchè sanno perfettamente che cosa rischierebbero.
Non sono quindi mini imprenditori dello spaccio, ma disperati pronti ad affrontare qualsiasi rischio pur di guadagnare qualcosa. Oltre al pusher pendolare, nelle ultime ore sono stati eseguiti anche altri due arresti. In un caso si tratta di un pregiudicato valtellinese ben noto alle forze dell’ordine: un tossicodipendente di 56 anni, preso con 15 grammi di eroina.
Assieme a lui, un giovane, proprietario dell’auto a bordo della quale i due si erano recati nel Lecchese per rifornirsi di droga. In questo caso non parliamo di due spacciatori incalliti ma piuttosto di due assidui consumatori che per procurarsi la dose potrebbero arrivare a vendere qualche bustina. Anche nel loro caso il giudice - al quale hanno raccontato tutta la loro vicenda - ha convalidato l’arresto e li ha fatti uscire dal carcere. Per loro la misura cautelare è quella dell’obbligo di dimora.
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