Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 14 Marzo 2016
«Partiti in crisi, i sindaci vogliono essere liberi di scegliere»
Ha fatto tappa a Morbegno l’associazione politico culturale “InComune - Valtellina e Valchiavenna” .Tre le aree tematiche sulle quali i fondatori hanno deciso di raccogliere adesioni.
Fa tappa a Morbegno l’associazione politico culturale “InComune - Valtellina e Valchiavenna” . Venerdì sera, nella sala della Banca Popolare di Sondrio, il presidente del neonato sodalizio locale, Massimo Chistolini, sindaco di Civo, insieme con Massimiliano Tam, sindaco di Villa di Chiavenna, Luigi Grassi, sindaco di Sondalo, Marco Negrini, sindaco di Lanzada e Guido Patelli, sindaco di Grosotto, si è presentato a un pubblico numeroso e attento composto perlopiù da amministratori comunali (fra gli altri il sindaco di Ardenno, Riccardo Dolci, quello di Talamona, Fabrizio Trivella, di Gerola, Rosalba Acquistapace, e Madesimo, Franco Masanti, presente anche il senatore Mauro Del Barba e diversi rappresentanti delle minoranze della Bassa Valle, come Paolo Ronconi di Morbegno ). Una partecipazione nutrita per un movimento che in provincia sta uscendo allo scoperto. Insieme ai fondatori della nuova realtà valtellinese, al tavolo dei relatori anche Luigi Marattin, consigliere economico del premier Matteo Renzi. Una presenza soprattutto tecnica la sua, ma che ha innegabilmente messo un cappello politico all’associazione. La quale, però, ha tenuto a smarcarsi dal vecchio sistema partitico «ormai in crisi - ha detto Chistolini -. Per questo vogliamo allontanarci da quella visione tattica che ne è alla base, preferendo una visione strategica: dal tatticismo finalizzato al raggiungimento di una poltrona, preferiamo fare fronte comune per una strategia d’azione che nel medio-lungo periodo, tre anni al massimo, si prefigga di raggiungere degli obiettivi».
E ha aggiunto: «Il fatto di aver già ottenuto l’adesione in poche settimane di quindici Comuni, tra cui tre amministrati da consiglieri provinciali, per noi è un risultato straordinario». Per dare contenuti alla strategia di InComune è indispensabile il contributo qualificato dell’intera società civile. Per questo, e per non finire etichettati come circolo di amministratori, si domanda aiuto non solamente a chi si è fatto le ossa nelle istituzioni, ma anche ai semplici cittadini, agli imprenditori, ai rappresentanti di associazioni di categoria e del terzo settore. «Che in modo libero mettano a frutto competenze diverse per fare fronte comune alle esigenze e ai cambiamenti che stanno riguardando il nostro territorio», ha rimarcato il primo cittadino di Grosotto. Da qui le tre aree tematiche sulle quali i fondatori hanno deciso di raccogliere adesioni - anche attraverso gli appositi moduli lasciati a disposizione a fine serata - per creare gruppi di lavoro: specificità montana e riforme istituzionali innanzitutto, area tematica che deve tenere conto dei mutamenti in atto.
«Pensiamo alle nostre Comunità montane - ha affermato Grassi - e ad esempio all’assenza di dialogo dei rispettivi consorzi turistici, a questo punto chiudiamole». «Oppure - ha rincarato la dose Chistolini - pensiamo a casi come quello recente della Cm di Morbegno, dove si è dato via libera una convenzione sulla videosorveglianza e polizia associata senza un progetto, solamente per ottenere finanziamenti da un bando regionale». La seconda area tematica è incentrata su turismo e sviluppo economico; la terza su acqua, energia e ambiente. Tre capisaldi sui quali «c’è bisogno di lavorare, anche perché su di essi spesso i sindaci non sono liberi di scegliere», ha chiuso Chistolini.
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