Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 29 Ottobre 2015
Ostello al convento di Sant’ Antonio
Morbegno punta sul turismo di qualità
L’amministrazione alla ricerca di un gestore. Approvato in consiglio comunale il piano di indirizzo. Minoranza scettica: «Dov’è la cittadella della cultura?»
Ostello a Morbegno che aprirà a breve tra le sale restaurate del chiostro nel complesso di Sant’Antonio: il Comune precisa in un atto di indirizzo le prime direttive per la gestione della nuova struttura. Nel consiglio comunale di lunedì è stato presentato e votato il documento di pianificazione strategica che guiderà l’amministrazione nella ricerca di un soggetto gestore. «Il restauro del chiostro di proprietà del Comune – è stato affermato – prevedeva la realizzazione di una struttura ricettiva “di supporto ad iniziative e attività del vicino teatro” per ospitalità di orchestre, artisti. Puntava ad ampliare le attività dell’ex complesso monastico offrendo la base logistica per l’organizzazione di convegni, master. Era con i suoi 21 posti letto, da noi ridotti a 14, una struttura per l’ospitalità “aggiuntiva” nel sistema ricettivo locale in periodi di picco turistico: e in sé adatta ad accogliere “turismo leggero”, biker, escursionisti impegnati a percorrere la Via dei Terrazzamenti».
Scelte di marketing
Su questi presupposti, che hanno ispirato la creazione dell’ostello in un periodo precedente l’entrata in carica dell’attuale amministrazione, sono state stilate valutazioni di marketing proposte lunedì in consiglio comunale. «Ora – è stato dichiarato dalla amministrazione del sindaco Andrea Ruggeri – si deve definire il progetto di gestione della struttura, individuando il gestore. Partendo dal presupposto che prendiamo in mano un centro di ospitalità inserito in un contesto di alto pregio storico-artistico, in un territorio, quello comunale e “limitrofo”, che non è per proprie specificità, caratterizzato da turismo di massa, se non in determinati periodi dell’anno. Non abbiamo esperienze di strutture simili nate in passato nelle nostre zone, ed è impossibile prevedere il livello di gradimento dell’iniziativa e il conseguente afflusso di turisti». «In questo senso – ha poi chiarito l’amministrazione – per favorirne lo start up è opportuno, in assenza di elementi certi, privilegiare aspetti qualitativi del servizio, impiego di personale qualificato, e dalla reperibilità tempestiva, piuttosto che il ritorno meramente economico per il Comune». Da parte dell’opposizione consiliare di centrosinistra, si sono levate critiche sull’impianto gestionale proposto.
«Un atto vuoto»
«Ci sembra limitativo inquadrare in queste poche righe il grande capitale rappresentato dal nuovo chiostro – ha affermato il capogruppo Paolo Ronconi – questo orientamento ci appare come un atto vuoto, manca la visione, si era parlato in passato tra le vostre file di creare in Sant’Antonio una “cittadella della cultura”, ora si ripiega su aspetti gestionali».
Il consigliere comunale Roberto Barri ha chiesto se fossero stati organizzati degli “open day” nella nuova ala restaurata, «per fare partecipe la popolazione, il consiglio comunale di questa ricchezza recuperata». Sindaco e vicesindaco hanno richiamato alla concretezza. «Abbiamo investito 650mila euro sull’ostello, ora serve una gestione credibile, la città deve preoccuparsi di tenerlo in piedi».
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