Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 02 Marzo 2016
Nuova ondata di furti in Bassa Valle. E nella Rete riemerge l’ipotesi ronde
Dopo gli ultimi episodi tra Dubino e Mantello sulle pagine facebook cresciuto l’allarme. Su Talamona proposto il controllo fai da te, ma il sindaco Trivella dà un giudizio molto negativo.
Per fare fronte ai furti ci vogliono le ronde. Ne sono convinti i frequentatori dei social network, quelli di Talamona in particolare, che hanno dato l’ennesimo assaggio delle le loro convinzioni durante una discussione di gruppo sulle pagine di Facebook a commento dei nuovi colpi dei topi d’appartamento nel Morbegnese. Fra domenica e lunedì scorsi è toccato alla costiera retica dei Cech, ma anche l’abitato di Talamona è fra quelli maggiormente presi di mira dai ladri in casa.
Per questo motivo i commentatori virtuali hanno rilanciato l’idea delle ronde, pensando anche di rivolgersi al sindaco per chiedere l’auditorium comunale dove potere avviare una discussione in merito. Idea non nuova quelle delle ronde in paese: nel 2013 aveva riscosso un certo interesse la proposta di un giovane, che aveva messo in fuga presunti delinquenti che sostavano accanto all’abitazione di un vicino. Sostenuto da alcuni amici, aveva lanciato l’idea dei gruppi organizzati per monitorare il territorio contro il passaggio dei ladri, poi però l’idea era stata abbandonata.
«La disponibilità dell’auditorium, anche se al momento non mi è stata avanzata alcuna richiesta, la darei subito per allargare, insieme con le forze dell’ordine, il confronto sul tema dei furti, sulla prevenzione e sull’informazione - afferma il primo cittadino, Fabrizio Trivella -, ma le ronde le escludo categoricamente».
I social network sono diventati un termometro virtuale rispetto al fenomeno dei furti, «e li trovo utili nel momento in cui vengono utilizzati come strumento informativo - sostiene il sindaco di Talamona -. Quando poi si passa a parlare di ronde si rischia, invece, di cadere in attività che, oltre a essere rischiose, se non autorizzate non sono neppure legali. Anche perché se attività di questo genere venissero fatte da soggetti non qualificati, si metterebbe a rischio la loro incolumità e quella altrui. Per questo esistono le forze dell’ordine, con le quali abbiamo un confronto costante e che negli ultimi mesi hanno intensificato notevolmente la loro presenza sul nostro territorio».
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