Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 31 Ottobre 2018
«Nuova 38, quest’opera ha rischiato
di essere bloccata»
Per l’ad dell’Anas, Gianni Armani, il modello della pubblica amministrazione va cambiato.
«Nel 2015 quest’opera ha rischiato di essere bloccata. A salvarne tempi e modalità di esecuzione sono state le persone che hanno scelto di assumersi responsabilità personali ma questo modello organizzativo per la pubblica amministrazione va ripensato perché non si può contare sul miracolo e sulla volontà delle persone per avere opere come questa realizzate nei modi e nei tempi previsti».
L’amministratore delegato e direttore generale di Anas, Gianni Vittorio Armani, non ha nascosto il rischio corso all’apertura del cantiere della variante di Morbegno della nuova statale 38. «La Valtellina è fondamentale - ha detto - essendo una delle aree più sviluppate economicamente ma più sfortunate dal punto di vista logistico. Le infrastrutture sono essenziali per consentire alle imprese di sopravvivere e crescere e questo progetto che inauguriamo oggi è lo stralcio di 10 chilometri di un primo, quello fino a Cosio Valtellino, aperto nel 2013. Cinque anni di distanza tra un’opera e l’altra - ha detto Armani - danno idea di quale sia la burocrazia che sta dietro a un intervento come questo. Ciò che possiamo dire a consuntivo di due opere che complessivamente sono intorno ai 400milioni di euro di investimento è che hanno chiuso sostanzialmente nei tempi e nel budget previsti inizialmente e questo è un esempio virtuoso della collaborazione tra territori e imprese. In questi tre anni di lavoro - ha proseguito Armani - 600mila posti di lavoro sono stati persi nel settore delle costruzioni. Sono state 150mila le imprese che hanno dichiarato insolvenza o concordato in fase fallimentare. Anche nel compimento di quest’opera due imprese in 3 anni sono andate in crisi (Tecnis e Condotte). Ci siamo dati un’organizzazione che prevede la responsabilità individuale per ogni singolo atto, compresa la “colpa grave” che è l’errore del burocrate. Non il danno intenzionale, quindi, bensì l’errore. Un’eventualità che porta al blocco delle decisioni e che in questo caso ha rischiato di fermare l’opera dopo le vicende vissute da Anas nel novembre del 2015. La decisione più semplice di fronte a indagini della magistratura sarebbe stato il blocco dell’opera, eppure c’è stato chi si è assunto la responsabilità di procedere per mandare avanti il cantiere. Questa presa di responsabilità da parte della pubblica amministrazione non può dipendere da una volontà individuale. Bisogna pensare a modelli organizzativi per la pubblica amministrazione differenti perché non si può contare sul miracolo se si vogliono opere realizzate in tempi e nei costi così come è successo».
L’amministratore delegato di Anas ha espresso inoltre la propria soddisfazione per il risultato ottenuto: «Oggi mettiamo l’ultimo tassello all’opera di variante consapevoli di aver reso un servizio importante a questo territorio vocato alla produzione e al turismo montano. Un’opera strategica che consente di ridurre i tempi di percorrenza da e verso la Valtellina con importanti riflessi per la qualità della vita degli abitanti e il tessuto produttivo del territorio».
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