Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 25 Maggio 2016
Non ci sono dubbi, voleva ucciderla
Resta in cella per le coltellate alla moglie
Arresto convalidatoHa colpito più volte la donna e giorni prima l’aveva minacciata di morte
Ieri mattina il trentottenne finito in manette lunedì si è avvalso della facoltà di non rispondere
Resta in cella, nel carcere di Sondrio dove si trova rinchiuso da lunedì mattina, il trentottenne marocchino che domenica notte si era presentato nella caserma dei carabinieri di Morbegno per costituirsi, dopo aver sferrato diverse coltellate alla moglie.
Ieri mattina l’uomo - padre di cinque bambini tutti minorenni e del quale evitiamo di scrivere le generalità proprio non rendere identificabili moglie e figli, già fortemente traumatizzati da questa vicenda - davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Sondrio Carlo Camnasio si è rifiutato di fornire una sua spiegazione di quanto accaduto. Assistito dall’avvocato d’ufficio Paola Biraghi ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida dell’arresto. Il pm Giacomo Puricelli - che coordina le indagini dell’Arma su quanto avvenuto a Morbegno - ha chiesto che l’uomo rimanesse dietro le sbarre, visto il pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di fuga, e il giudice non ha avuto dubbi al riguardo.
Pesanti accuse
Al trentottenne viene contestata la pesante ipotesi di reato di tentato omicidio, oltre ai maltrattamenti in famiglia. Non solo, l’uomo, in possesso di regolare permesso di soggiorno ma da qualche tempo rimasto senza lavoro, avrebbe anche violato gli obblighi previsti dalla legge per il mantenimento della famiglia dal momento che a fine aprile era tornato nel suo paese di origine abbandonando a Morbegno la moglie - con la quale da tempo i rapporti erano molto tesi - e i bambini.
E proprio durante la sua assenza la donna aveva maturato l’idea di chiedere il divorzio e gliene aveva anche parlato al telefono, quando lui l’aveva contattata per avere notizie dei bambini. Di fronte a quella prospettiva l’uomo l’aveva minacciata di morte. Nonostante questo, quando domenica lui è rientrato dal Marocco e l’ha chiamata chiedendole di poter vedere i bambini lei ha accettato, pensando forse di cogliere quella occasione per chiarire la situazione e parlare della separazione. Ad accompagnarlo dall’aeroporto di Orio al Serio a Morbegno è stato un cognato e l’uomo è rimasto per qualche ora solo in casa con i figli, mentre la moglie è uscita a pranzo con dei parenti. Al suo rientro, verso le 18, a quanto pare il marito le ha chiesto di appartarsi con lui in cucina per parlare, lasciando i bambini in un’altra stanza. E a quel punto le cose sono degenerate. Di fronte alla prospettiva del divorzio l’uomo ha iniziato a urlare e colpire la moglie, prima con pugni e poi con un coltellaccio da cucina afferrato durante il litigio.
Voleva ucciderla
Viste le dimensioni dell’arma e i colpi inferti al volto e al petto gli inquirenti, anche a fronte delle precedenti minacce di morte, non hanno dubbi sul fatto che volesse ucciderla. A salvarla è stato l’intervento di una vicina, alla quale il figlio maggiore, terrorizzato, aveva chiesto aiuto. All’arrivo della donna il trentottenne stava cercando di sferrare l’ennesima coltellata alla moglie, che con un braccio teneva immobilizzata contro un muro. Entrambi erano sporchi di sangue e la giovane madre marocchina aveva ferite al volto e al petto. Alla vista della vicina,che ha iniziato a urlare dicendo che aveva chiamato i carabinieri, l’uomo ha gettato a terra il coltello ed è scappato, riuscendo a far perdere le proprie tracce per qualche ora prima di decidersi a costituirsi.
Nel frattempo la moglie è stata soccorsa e portata in ospedale, dove le sono state suturate le ferite, che sono state giudicate guaribili in 25 giorni. Due coltellate l’hanno colpita alla fronte e alla guancia sinistra, lasciando vistosi sfregi.
Nonostante lo choc e le ferite, in ospedale la donna è però rimasta poche ore: ha voluto subito tornare dai suoi figli. Di certo non sarà facile per lei e per i bambini superare il trauma di questa drammatica vicenda.
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