Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 13 Febbraio 2017
«Morbegno, troppi alberi potati senza motivo»
Alessandro Rapella, dottore agronomo forestale, si dice furioso per gli interventi a tappeto in città. «Si tratta nella maggior parte dei casi di piante giovani, che ora rischiano di essere indebolite da tagli così drastici».
Potatura piante e appalto del verde a Morbegno, c’è qualcuno che non è d’accordo. Chiede di parlare Alessandro Rapella, ex consigliere comunale, agronomo forestale laureato, che si occupa di arboricoltura, la scienza e tecnica di coltivazione metodica degli alberi.
Parla come «cittadino scandalizzato», porta elementi a suffragio delle sue tesi, presenta pubblicazioni e relazioni e manifesta un vivo malcontento. «Giro per Morbegno - ha detto - e divento furioso. Vedo piante che sono state oggetto di potatura e che non ne avevano assolutamente bisogno». Rapella è un operatore del settore, era candidato con la lista Morbegno è ora di Paolo Ronconi alle ultime elezioni amministrative. Ma, chiarisce, non si tratta di “schermaglie politiche”. «Questi errori di gestione del verde urbano - precisa - non li trovi soltanto a Morbegno. C’è una diffusa mancanza di cultura specifica su questi argomenti, in questo caso però – aggiunge – si parla di patrimoni ambientali e investimenti manutentivi che toccano la mia città». Indica situazioni “fuori norma” in via Vanoni, al Bocciodromo, in piazza III Novembre e al ponte di Ganda.
«La potatura - spiega - è un’azione che comporta il taglio ad arte di rami di alberi per più scopi, conferire una determinata forma alla pianta, regolare la produzione di frutti e sfoltire le chioma. Ma quando si parla di potatura e degli effetti che provoca sulle piante, occorre fare alcune distinzioni per evitare che generalizzazioni provochino pericolosi equivoci e, conseguentemente, scelte tecniche sbagliate. Vedo - aggiunge - i gestori del verde intervenire spesso, ma almeno la metà delle potature che vengono fatte non sono necessarie. In via Vanoni, Merizzi, o a metà di via Nani, così come al ponte di Ganda - chiarisce - sono stati fatti interventi su piante giovani, già formate che non avevano mai avuto potature. Piante ben conformate che non davano nessun disturbo e la loro manutenzione in questo senso, per me è ampiamente ingiustificata». Rapella è del settore, approfondisce, parla di un Carpineto bianco “fastigiato” potato in via Vanoni a fianco del locale la Tavernetta. «Una pianta - afferma - che per sua natura non va assolutamente toccata. Per quanto riguarda il tipo di intervento realizzato - precisa anche - è come se si fosse tolta una gamba ad un levriero da corsa».
I distinguo, spiega, vanno sempre fatti. «Sui tigli e platani ridimensionati nei mesi scorsi in piazza Mattei e Sant’Antonio, niente da ridire. Si tratta di alberi deteriorati e che richiedono manutenzione. Ma le piante messe a dimora di recente non andavano minimamente toccate, magari tra dieci anni passavi a ripulirle e a fare una manutenzione complessiva». In questi mesi recenti, sul verde a Morbegno si è intervenuto parecchio, e piante sono state eliminate in via Damiani, Stelvio, dietro il campo sportivo. Anche dagli ambientalisti di voci contrapposte a questi interventi se ne sono levate poche. Non così Alessandro Rapella. «Una pianta cresciuta in trent’anni è un patrimonio della comunità e se non è malata va difesa. Se proprio crea dei problemi, la puoi tagliare, ma se la vai a toccare quando non serve spendi soldi inutilmente e la indebolisci».
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