Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 03 Giugno 2017
Morbegno, ancora grave il ragazzo recuperato nel Bitto: «Serve un presidio»
Giovedì quando si è diffusala notizia tanti genitori erano in ansia perché le pozze sono mete abituali.
È ancora in terapia intensiva e in prognosi riservata il giovane quindicenne di Talamona, vittima di un grave infortunio con rischio di affogamento durante un tuffo giovedì pomeriggio alle pozze del Bitto a Morbegno. Il giovane, di origini nigeriane e residente a Talamona, ha rischiato grosso, è stato soccorso dopo due minuti trascorsi a cuore fermo, sul fondo del fiume ed è ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII a Bergamo. Però la tempra sembra forte: fonti ufficiose dicono che pur in terapia intensiva è vigile, le sue condizioni desterebbero meno preoccupazione.
La zona in cui si è verificato il fatto è nel tratto nord del torrente che scende dalla Valgerola, lì il Bitto prima di sfociare nell’Adda forma in prossimità di alcune briglie, opere idrauliche, diverse pozze e spianate e con il caldo le “pozze” sono prese d’assalto. Se anche in passato c’era chi, alla Seriole o verso l’Adda, andava al Bitto per bagnarsi con gli amici, negli ultimi anni sulle spiagge fluviali c’è davvero il pienone. E tra tanta gente può capitare, come è successo giovedì, che qualcuno si trovi in difficoltà e rischi di annegare, quasi senza essere scorto. Giovedì alcuni bagnanti adulti hanno intuito la gravità della situazione e in parecchi si sono adoperati per evitare che l’incidente occorso al giovane diventasse una sciagurata tragedia, ma nella zona ci si domanda ora se non sia il caso di attivare qualche dispositivo di sicurezza. Alle pozze ormai vanno centinaia di persone.
«Bisognerà pensare a qualcosa - hanno affermato ieri alcuni commercianti e aderenti al Comitato di zona Morbegno 2 - il flusso di frequentatori delle pozze, specie in zona via Al Bitto, non è ormai molto differente da quello che si riversa in una “spiaggia vera”. Tra l’altro - viene precisato - a Morbegno per lo svago e il bagno all’aperto, per cercare refrigerio, non ci sono alternative. Il Bitto è l’unica e “ultima” spiaggia, per questo una sorta di supervisione o presidio dopo il gravissimo incidente accaduto giovedì va assolutamente pensata».
Giovedì quando in città si è sparsa la notizia dell’infortunio tante famiglie hanno trattenuto il fiato, tanti ragazzi si bagnano in quei luoghi. «Via al Bitto e vicinanze - ha affermato Alessandro Baraglia, presidente del Comitato di zona Morbegno 2 - sono ormai zone molto frequentate, specie nei mesi caldi. Abbiamo appreso di questo episodio in cui qualcuno ha rischiato la vita - ha aggiunto - e ne abbiamo parlato. E venerdì 23 giugno, quando si terrà l’assemblea trimestrale, ci sarà certamente uno spazio per approfondire questa problematica. Ascolteremo i cittadini, raccoglieremo i loro punti di vista e, come sempre, solleciteremo il Comune sui temi più sentiti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA