Merizzi: «Una tragedia nel cuore del paradiso dell’arrampicata»

È una tragedia che ha colpito al cuore la parete simbolo della Val di Mello». Così Jacopo Merizzi scosso per quanto accaduto per la prima volta su quella parete che è parte della geografia più riconoscibile della Valle. Lui, guida alpina legata con un cordone stretto a quelle montagne come dice il suo curriculum denso di attività alpinistica che conta più di 40 vie nuove in Val di Mello, tre delle quali sul Qualido e tre proprio sul Precipizio degli Asteroidi dove ieri si è consumata la sciagura che ha portato alla morte di tre giovani uomini, militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza.

Un dramma che ha inevitabilmente tolto le parole alla comunità che abita la Val Masino e soprattutto la Val di Mello terra di alpinisti e amanti della montagna, terra di massi erratici (quelli che in migliaia vengono a scalare da tutto il mondo per il raduno Melloblocco), di belle pareti aspre di granito ancora poco contaminate che le hanno valso l’appellativo di piccola Yosemite delle Alpi.

«Di parole non abbiamo più – dice il sindaco di Val Masino Pietro Taeggi –siamo sconvolti, questi tre ragazzi erano troppo giovani per finire in questo modo, è una perdita terribile. Da noi erano di casa, li conoscevo di vista perché firmo i certificati per le esercitazioni, ma facevano parte di quel gruppo di professionisti che si esercitano su tutto il territorio che conoscono bene, si fermano a mangiare nei nostri ristoranti e sono spesso in mezzo a noi». È turbato anche Merizzi per la catastrofe che ha turbato la placidità di quel luogo sinora immune a incidenti, il Precipizio degli asteroidi, una delle reti più belle delle Alpi centrali, chiamata così nel 1977 da Ivan Guerini che in una sera d’agosto ammirava quelle meteore, quegli asteroidi che finivano dietro la parete.

La prima ripetizione e la prima ascensione su Oceano irrazionale, la classica, la via più nota del Precipizio, si deve a Merizzi e Antonio Boscacci. Un zona che normalmente non è soggetta a crolli. «È solida. Ricordo solamente un anno in cui dal Precipizio si è staccata una lastra- conferma l’alpinista – è una parete famosissima, alta 500 metri di granito levigato dall’acqua, dal ghiacciaio che le dato a questo monolite una forma straordinaria. Non ci sono mai stati incidenti mortali , è sempre stato un luogo di gioia, di felicità». Sono diversi gli itinerari che salgono sul Precipizio, tutti di alta difficoltà (non per niente sulla cima si sono celebrate edizioni della festa “Minoranza arrampicatrice” di cui Merizzi fa parte).

«Bisogna essere molto preparati per affrontarli- dice la guida - e quasi tutte le vie sono schiodate, nel senso che devi attrezzartele da te, metterci le tue protezioni». Questo rispettando la filosofia della Valle. «La Val di Mello a differenza di altri siti iperchiodati dove gli incidenti sono più diffusi perché frequentati anche da persone impreparate, è invece una zona quasi esclusiva. Le vie schiodate non invitano tutti a salire, se ci vieni è perché sei preparato, è l’ostilità , la paura nei riguardi di questa parete che poi ha impedito che ci fossero incidenti in tutti questi anni». E conclude: «quindi per forza anche i tre giovani erano esperti e preparati. È un grandissimo dispiacere quello che è successo. Arrampicare è rischioso, non c’è niente da fare, nella montagna c’è sempre un margine di rischio che non puoi eliminare del tutto».

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