Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 15 Febbraio 2017
«L’ospedale deve salvare l’urgenza»
Il sindaco Ruggeri promuove prese di posizione per difendere le prestazioni di soccorso 24 ore su 24 . Il nuovo Pot «dovrà garantire la stabilizzazione del paziente prima del trasferimento ad altra struttura di ricovero».
Un confronto con «tutti gli amministratori locali interessati alla problematica» e la difesa delle prestazioni «d’urgenza 24 ore su 24». Il sindaco di Morbegno, Andrea Ruggeri, interviene sul dibattito legato al futuro dell’ospedale cittadino sul quale sono in atto delle trasformazioni in vista della sua evoluzione in Presidio ospedaliero territoriale.
«E sul Pot sono chiamati a discutere Azienda sanitaria, Areu e Comuni - dice Ruggeri -, per questo dopo il confronto con i colleghi di Talamona e Cosio Valtellino ci si dovrà a breve confrontare anche con gli altri sindaci del mandamento. Creare, però, allarmismi non aiuta a un clima ideale per un tavolo di confronto serio e al tempo stesso sereno». Questo non toglie che i cambiamenti sul presidio morbegnese ci saranno e sono lettera scritta da tempo. «Questo è innegabile - rimarca Ruggeri -, la trasformazione in Pot è stata decisa tempo fa e da lì non si torna indietro. Come si sa nel Pot non è previsto il pronto soccorso, va bene, gli daremo un altro nome, ma deve garantire almeno quanto già garantisce oggi e farlo 24 ore su 24». E aggiunge: «Quindi comprendo l’analisi dei dati che riguardano il pronto soccorso: si parla di 12mila accessi annui di cui il 92% in autopresentazione, cioè quando il paziente arriva autonomamente al presidio sanitario. E la maggior parte dei casi sono in codice bianco o verde, quindi poco gravi. Per l’assistenza a patologie gravi sappiamo che sono necessari reparti adeguati di supporto, la maggior parte dei quali a Morbegno sono stati smantellati da anni, ben prima che la nostra amministrazione fosse in carica». Resta ferma però la richiesta di rassicurazioni da parte dei Comuni sull’assistenza anche notturna, «anche nel futuro Pot. Poi se da anni, ad esempio, a Morbegno non esiste più l’ortopedia, allora si sa che se dovessi cadere in montagna e avessi bisogno di una protesi urgente all’anca questa mi verrebbe applicata altrove, ma Morbegno deve garantire lo smistamento 24 ore su 24 in strutture idonee e garantire la stabilizzazione del paziente».
Questa la riflessione del sindaco Ruggeri che arriva dopo le preoccupazioni segnalate anche dal personale interno all’ospedale morbegnese, che nelle scorse settimane si era detto preoccupato per l’accorpamento dei reparti, nei quali il personale sanitario lamenta forti difficoltà di gestione del lavoro e timori circa il futuro del presidio cittadino che pare destinato a mantenere questo modello organizzativo anche a lungo termine.
Un capitolo sul quale aveva tranquillizzato la dottoressa Annalisa Fumagalli, direttore del presidio ospedaliero di Morbegno, che lasciava però le considerazioni definitive sul futuro del Pot ai «confronti in atto fra la direzione e le istituzioni locali».
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