La tragica morte del valtellinese Maletta:
«Forse fatale una distrazione»

Il titolare dell’azienda di Morbegno per cui lavorava il geometra valtellinese: «Mi hanno riferito che Carlo ha ricevuto una chiamata da un collega di lavoro mentre era fermo su un binario e così non si è accorto che un altro lavoratore del nostro team, con una ruspa, stava scaricando, proprio nel punto in cui si era posizionato lui, alcuni bancali in cemento». Il cordoglio dell’amministrazione comunale di Cercino

Carlo Maletta, il geometra di 56 anni, sposato, padre di tre figli e residente a Cercino, morto ieri mattina dopo un grave incidente sul lavoro a Meina, in provincia di Novara, lavorava per un’affermata impresa edile valtellinese con sede a Morbegno. La dinamica dell’incidente, avvenuto in un cantiere ferroviario di Rfi, è ora al vaglio dei poliziotti della Polfer di Novara, coordinati dalla Procura della Repubblica di Verbania, competente per territorio. Il cantiere dove è avvenuta la disgrazia si trova all’ingresso Nord del tunnel che sottopassa Villa Faraggiana, in territorio comunale di Meina, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

«È da circa un mese che stiamo operando in quel cantiere con diversi addetti, in particolare per la sistemazione delle gallerie - spiega l’imprenditore Maurizio Quadrio di Morbegno la cui ditta, negli anni, si è resa protagonista di importanti e qualificati interventi in edilizia non solo sul territorio valtellinese, ma anche al di fuori dei confini lombardi - e Carlo Maletta, geometra residente a Cercino, era il mio numero uno per gli interventi nelle gallerie. Ricopriva il ruolo di direttore del cantiere. Un professionista di grande fiducia, preparato, attento, prudente, sempre pronto a usare parole di incoraggiamento per i più giovani e a dare loro utili consigli su come operare al meglio e in sicurezza». «Mi hanno riferito - aggiunge - che, a un certo punto, ha ricevuto una chiamata da un collega di lavoro mentre era fermo su un binario. Si è, probabilmente, distratto al telefono. Non si è accorto che un altro lavoratore del nostro team, con una ruspa, stava scaricando, proprio nel punto in cui si era posizionato lui, alcuni bancali in cemento. Una manciata di secondi che gli è risultata fatale. Poi, ovviamente, la precisa ricostruzione dell’accaduto spetta all’autorità giudiziaria con la Polfer che stanno procedendo negli accertamenti».

All’inizio l’entità delle ferite riportate dal direttore Maletta nello schiacciamento non sembrava tanto seria.«La lesione a una gamba - aggiunge il titolare Quadrio - in un primo momento non pareva avesse compromesso l’arto, ma in seguito sono subentrate complicazioni. Anche perché l’arrivo dei soccorsi dall’ospedale di Arona non sono stati nè semplici, né rapidi, hanno impiegato una ventina di minuti, in considerazione della zona in cui ci si trovava a lavorare. Carlo era bravissimo - conclude -, uno tra i miei migliori collaboratori: lavorava con noi da circa cinque anni. Una grande perdita sotto il profilo umano e professionale».

L’amministrazione comunale di Cercino guidata dal sindaco Daniele De Pianto ha espresso il proprio cordoglio per la morte di Maletta. «Una brava persona, una bella famiglia - sono state le prime parole del primo cittadino ancora sotto choc -. Sono davvero sconcertato da questa notizia. Mi si è gelato il sangue, sono rimasto senza parole».

Per un paese come Cercino, di 800 abitanti, una notizia che crea ancora più sconcerto e che non può che sconvolgere l’intero comune della Costiera dei Cech: «Per un paese piccolo come il nostro è una grande tragedia. Morire in questo modo sul lavoro è terribile. Mi metto anche nei panni dei familiari, della moglie e dei figli, è davvero sconvolgente. In un attimo si perde tutto. Fortunatamente non mi ricordo di altre persone di Cercino che sono morte per incidenti sul lavoro, tranne un episodio di tanti anni fa quando un uomo è deceduto cadendo da un traliccio. Ero ancora molto giovane quando accadde».

De Pianto conosceva bene la famiglia di Maletta: «Prima abitavano a Mantello. Il padre ha lavorato parecchio all’estero per conto di società italiane. Mi ricordo sia stato in Sud Africa. Una famiglia molto numerosa, sua sorella Donatella abita vicino a me. Conoscevo suo fratello Silvio, anche lui geometra, che è già morto». Maletta era quasi sempre via per lavoro, era difficile incontrarlo a Cercino: «Non frequentava molto il paese, perché era sempre impegnato lontano da casa a causa del lavoro, che lo costringeva a viaggi anche all’estero - ha continuato il sindaco -. A Cercino comunque viveva da parecchi anni. Prima abitava in una palazzina verde, confinante con Mantello, per poi acquistare l’abitazione attuale. Si vedeva sporadicamente, spesso capitava che fosse via anche nei periodi delle feste. Lo ricordo come una persona tranquilla e brava, non si notava molto. Sono veramente scioccato, un’altra persona morta sul lavoro».

De Pianto ricorda come quella delle morti bianche sia una piaga che non si riesce proprio a rimarginare: «Ultimamente apprendiamo di continuo di queste tragedie a livello nazionale. Non passa una settimana che non si senta al telegiornale una notizia di questo genere. Negli ultimi tempi mi sembra che il fenomeno sia aumentato ancora di più. Si parla tanto di sicurezza, ma continuano ad accadere questi fatti. Basta una distrazione e in un attimo può finire tutto».

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