Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 03 Dicembre 2017
Insulti razzisti a un giocatore del Dongo
Dagli spalti un uomo urla contro un ragazzo di colore di 15 anni durante l’anticipo del campionato juniores a Talamona. Subito allontanato di peso dalle persone presenti a bordo campo. Il dirigente lariano Bertera: «La scimmia sei tu».
Una partita di calcio fra ragazzi in una gelida serata di fine autunno. È l’anticipo dell’ultima giornata del girone di andata della categoria juniores: la Talamonese ospita sul proprio campo il Dongo. Il primo tempo volge al termine quando una ragazzino con la maglia neroverde del Dongo commette un normale fallo di gioco, fischiato dall’arbitro.
In campo non succede nulla e anche l’avversario non si abbandona ad alcuna reazione, ma dagli spalti partono insulti che lasciano tutti di sasso: «Scimmia, quello è una scimmia. Non toccatelo perché porta malattie».
E giù ancora con epiteti dello stesso tenore. È uno solo l’autore della bravata e attorno a lui trova subito il vuoto. Poi, mentre urla ancora frasi sconclusionate, viene preso per le braccia da più persone e allontanato. Ma tanto basta per lasciare il segno. Il giocatore preso di mira è uno dei sei giocatori di colore che militano nella juniores del Dongo e, come ulteriore aggravante del becero insulto ai suoi danni, va detto che è nato nel 2002: è un ragazzino di soli 15 anni. Rientra negli spogliatoi piangendo, scosso per l’umiliazione ricevuta. Il resto è un fronte unico di solidarietà e di condanna, ma inutile dire che una bella serata di sport rimane segnata in negativo in maniera indelebile. Come l’intero campionato e il mondo dello sport giovanile.
«Impossibile tacere e sorvolare su quanto accaduto – commenta Gianni Bertera, dirigente della squadra altolariana – Non posso non esprimete tutto lo stupore e lo smarrimento provato a margine di una partita di calcio che ha perso ogni interesse. Ho sentito urlare delle frasi che mi hanno fatto accapponare la pelle e non è necessario scomodare le teorie sull’evoluzione della specie per capire che la vera scimmia era l’energumeno che dagli spalti ha proferito infami insulti razzisti verso un ragazzino di colore, la cui unica colpa è stata quella di aver commesso un normalissimo fallo di gioco. Non conta più il risultato, non conta più nulla – prosegue l’amareggiato dirigente – In determinati casi certe parole rovinano tutto».
L’episodio ha ovviamente richiamato l’attenzione della società di casa. Il presidente della Talamonese, Italo Riva, informato di quanto successo, si è recato al campo e ha voluto incontrare i dirigenti della squadra ospite presenti: «Ci ha fatto piacere, a fine partita, ricevere la visita del presidente Riva, che ha subito voluto testimoniare la solidarietà sua e della società intera al nostro giovane atleta. La Talamonese è solo vittima e, come vuole la legge dello sport, pagherà senza avere colpa alcuna».
«È una pagine triste ed amara – prosegue Bertera – che deve far riflettere e, che per questo, non va sottaciuta e sottovalutata. La nostra squadra juniores schiera ben sei ragazzi di colore e la loro presenza è davvero una bella pagina di integrazione fra giovani i che amano uno sport che deve unire e mai dividere».
C’è stato anche il tempo per decidere già di disputare un’amichevole fra le due stesse squadre nel periodo natalizio, dove conterà soprattutto la presenza sugli spalti.
Italo Riva, presidente della Talamonese calcio, l’altra sera è corso al campo sportivo dove si stava concludendo la partita fra la juniores di casa e i pari età del Dongo. «I miei collaboratori mi hanno subito telefonato avvisandomi di quanto successo sugli spalti e mi è parso doveroso recarmi al campo per scusarmi con la formazione ospite – dice – . Uno degli obiettivi della nostra società è proprio quello di far crescere i ragazzi da un punto di vista umano, prima ancora che sportivo e non possiamo che condannare con fermezza l’episodio avvenuto sugli spalti ieri sera (giovedì per chi legge, ndr)».
Il protagonista degli insulti razzisti, come riferisce il massimo dirigente, non è affatto un tifoso abituale: «Ho chiesto anche ad amici che erano presenti alla partita – riferisce Riva – e mi hanno assicurato che non si tratta di un tifoso della cerchia della Talamonese. A quanto pare era la prima volta che si presentava al campo e, per quanto ci riguarda, desideriamo che sia anche l’ultima. Conosciamo la nostra cerchia di tifosi e soggetti del genere, lo posso sottolineare con estrema franchezza, non sono graditi al seguito della nostre formazioni. Come ribadisco, a tutti i ragazzi che vestono la maglia della nostra società insegniamo innanzitutto il rispetto e l’educazione. Ci sta il fallo di gioco, ma non ci sta la reazione eccessiva e, soprattutto, non ci sta l’insulto. Con la dirigenza della squadra ospite – prosegue il presidente della Talamonese – avremmo già concordato una partita amichevole durante la sosta natalizia: la definiremo bene nei prossimi giorni e sarà l’occasione per rivederci e per ribadire il senso di valori comuni che non hanno colore, né di pelle, né di maglia. Detto questo – conclude – credo sia meglio che sul riprovevole episodio cali il sipario, per evitare che un eccessivo risalto possa avere l’effetto contrario».
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