Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 12 Gennaio 2021
Infortunio sui monti
per Beno Benedetti
Ricoverato in ospedale
L’alpinista, scrittore e fotografo investito da un distacco di neve in alta Val Masino. È sceso da solo con 5 ore di cammino
«Sono rientrato con le mie gambe. Mi spiace solo di aver perso la macchina fotografica. Ero lì per un servizio per il prossimo numero della rivista».
A parlare, via sms, dal proprio letto d’ospedale è Enrico “Beno” Benedetti, 41 anni, di Montagna in Valtellina, alpinista e appassionato di corsa in montagna, editore, direttore responsabile, grafico, scrittore, fotografo e tappabuchi, così, lui stesso, ironicamente, si definisce, del trimestrale “Le Montagne Divertenti”.
La rivista di alpinismo e cultura alpina per la quale era salito, la mattina dell’Epifania, 6 gennaio scorso, in capo al Monte Lobbia, in Val Merdarola, alta Val Masino, per fotografare e praticare in solitaria l’itinerario che, poi, avrebbe proposto nel prossimo numero in uscita.
L’imprevisto
Solo che, una volta giunto in prossimità della meta, a quota 2.378 metri, qualcosa deve essere andato storto. Non è chiaro se, nel momento dell’incidente, si trovasse sugli sci o stesse procedendo con i ramponi, tuttavia deve essere scivolato, procurando un piccolo distacco di neve e ghiaccio che lo ha investito.
Non tanto da metterlo fuori gioco, perché Beno Benedetti, vuoi per l’affinità con la montagna, vuoi per naturale reazione all’avversità, è “uscito dal guado”, si è rimesso in piedi, e, in un modo o nell’altro, ha cominciato a scendere a valle.
Senza gli sci, persi, senza la sua adorata macchina fotografica, persa, senza lo zaino, perso anche lui. Con sé, però, aveva ancora il cellulare, col quale deve essersi messo in contatto con i propri famigliari, la compagna e i fratelli, e con alcuni amici scialpinisti che ha subito rassicurato. E che lo hanno raggiunto, nel frattempo, a Bregolana di Val Masino, dove aveva parcheggiato l’auto, per riportarlo a casa.
Cinque ore ci ha messo Benedetti a rientrare alla base. Passo su passo, ma ce l’ha fatta. Comparendo nel buio, barcollante, intorno alle 19 in zona Bregolana.
Dove ad attenderlo c’era l’amico scialpinista Giovanni Rovedatti, e dove erano appena giunti i soccorritori della stazione di Val Masino, della VII Delegazione Valtellina e Valchiavenna, oltre ai carabinieri di Ardenno. Entrambi allertati solo pochi minuti prima che lo stesso Beno giungesse alla base, quando, evidentemente, i famigliari dell’alpinista, complice il buio, hanno cominciato a preoccuparsi per le sue sorti e hanno preferito chiamare rinforzi. Che, tuttavia, non sono stati necessari.
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