Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 17 Luglio 2024
«In nome di Dorinda scendiamo in campo
contro le barriere architettoniche»
Dorinda Salvi è morta a 37 anni, il 17 gennaio di un anno fa, per l’improvviso aggravarsi della malattia neurodegenerativa che l’aveva colpita quando era ancora una bambina. Ieri, nell’hotel di famiglia, il Rezia Valtellina di Regoledo, frazione di Cosio Valtellino, il suo papà Giulio e gli altri familiari hanno presentato la neonata “Associazione Dorinda”, fondata in sua memoria
Dorinda Salvi è morta a 37 anni, in una nevosa giornata («proprio come quando è nata», ha ricordato la sua mamma Patrizia, che al termine della conferenza stampa, commossa, ha voluto dire solo due parole: «Grazie Dorinda per l’eredità di amore che ci hai lasciato») il 17 gennaio di un anno fa, per l’improvviso aggravarsi della malattia neurodegenerativa che l’aveva colpita quando era ancora una bambina, costringendola su una sedia a rotelle. Obiettivo chiaro Ieri, nell’hotel di famiglia, il Rezia Valtellina di Regoledo, frazione di Cosio Valtellino, il suo papà Giulio e gli altri familiari hanno presentato la neonata “Associazione Dorinda”, fondata in sua memoria per portare avanti la battaglia contro le barriere architettoniche rimasta incompiuta di Dori, un’autentica guerriera che si battè a lungo con il “Gruppo Barriere” di Morbegno per abbattere gli ostacoli che rendono ogni giorno più difficile la vita dei portatori di disabilità.
«In ricordo di nostra figlia Dorinda - spiega l’albergatore Giulio Salvi, 66 anni - abbiamo pensato di fondare un’associazione a suo nome con lo slogan “meno sensibilità, più normalità”. Infatti, quando si parla di barriere architettoniche si pensa sempre che debba esserci gente sensibile al problema, noi vorremmo ribaltare questo concetto. Dorinda era molto impegnata nel sociale e la sua energia risaltava e faceva riflettere molte persone sulle difficoltà della vita e pur avendo lei molti problemi, li affrontava con serenità. Dorinda alternava la sua vita tra la Valtellina e la Spagna, dove la vivibilità di persone come lei è decisamente più semplice. Molti pensano che le barriere architettoniche siano solo per chi è in carrozzina, ma, invece, tutti i cittadini, come gli anziani o le mamme con i passeggini, chi prima e chi dopo, hanno difficoltà a vivere in una società poco attenta a questi problemi».
L’associazione punta a fare crescere la sensibilizzazione dei cittadini, anche attraverso un’apposita tessera («Due gli scopi principali: ricordare al possessore l’impegno preso e spingerlo a sensibilizzare gli altri») non a pagamento, che riporta l’immagine della ragazza prematuramente venuta a mancare, ma pure di amministratori pubblici e progettisti incaricati di realizzare le nuove opere pubbliche.
«Alcuni Comuni e altri enti pubblici ma non solo - sottolinea Salvi, affiancato dalla moglie Patrizia Bertolini, 61 anni, e dai figli Silvia 43 anni e Luigi di 34 - continuano a non tenere conto di certe problematiche. La soglia di accesso a un ufficio postale, ad esempio, non deve presentare gradini e lo stesso dicasi per l’accesso al rinnovato ponte Vanoni, a Morbegno, possibile attraverso un assurdo gradino. Avremo contatti con le amministrazioni pubbliche e i progettisti, affinché nella realizzazione di nuove strutture si tenga conto della qualità della vita dei portatori di disabilità. La prima iniziativa che abbiamo assunto è la migliore gestione con gli utenti che non rispettano le più normali regole di civiltà. Spesso si creano tensioni quando le stesse persone che hanno difficoltà nel vivere segnalano a chi parcheggia negli stalli dei disabili. O si lamentano perché trovano la via sporca delle deiezioni dei cani, o vedono la strada ostruita da parcheggiatori superficiali venendo apostrofate a male parole da questi ultimi. Ecco: questo è il nostro primo obiettivo, ossia ridurre la conflittualità con l’aiuto della dottoressa Manuela Bassi di Mindfullness abitante a Villa di Tirano/Poschiavo».
I consigli della professionista - ha detto Stefania Scalfi, 67 anni, più nota come Stefania Casati, con un passato di speaker in diverse e importanti radio provinciali - sono stati strutturati in tre puntate e ci si può iscrivere gratuitamente via mail alla “Associazione Dorinda”, tramite mail [email protected] per essere aggiornati sull’attività della neonata associazione.
«Agli iscritti - aggiunge Casati - sarà inviato un link a mezzo wetransfer con alcuni video realizzati dalla dottoressa Bassi, assicurando che le proposte sono tante, ma che sono molto graditi i suggerimenti e le idee per migliorarci e migliorare il mondo di tutti, come voleva Dorinda che io ho conosciuto sin da piccola e aveva una gran voglia di vivere nella normalità».
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