Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 08 Luglio 2021
Il sogno di Sofia
dopo il cento e lode
«Aprire una sartoria»
Morbegno La studente del Romegialli è di Livigno
Il diploma raggiunto con la lode dopo cinque anni da pendolare, tanta passione e la voglia di imparare il mestiere “a bottega”. Sofia Silvestri è la studentessa del corso di produzione tessile sartoriale del Saraceno Romegialli di Morbegno che quest’anno ha chiuso il suo percorso scolastico raggiungendo il diploma con 100 e lode.
Sofia è di Livigno e ha trascorso gli ultimi anni di scuola vivendo in convitto, tornando a casa il venerdì alla fine delle lezioni. Sforzi ripagati da un risultato finale eccellente e sostenuti da una passione e impegno evidenti. Ultimo dei suoi impegni, al termine di quest’anno scolastico, è stata la partecipazione alla sfilata che ha chiuso lo scorso 25 giugno il concorso nazionale “David Bowie Style and Vision”, che a maggio l’aveva inserita fra i 16 finalisti selezionati tra 180 bozzetti. Sofia ha realizzato da sé l’outfit studiato per il concorso e lo ha visto sfilare sulla passerella di Monsummano Terme (Pistoia) che nel 1969 ospitò la prima esibizione in Italia di David Bowie.
Sofia, che ora collabora con una sartoria in attesa di poterne aprire una sua, si è distinta in questi cinque anni non solo per i meriti scolastici ma anche per l’intraprendenza: «Negli stage di alternanza scuola-lavoro ho sempre cercato le opportunità che ritenevo interessanti, che mi portassero fuori dalla Valtellina per confrontarmi e apprendere da realtà diverse e stimolanti seguendo la mia passione per la parte che riguarda proprio il confezionamento degli abiti, che io vedo a metà strada fra artigianato e arte».
Sofia, che dal primo al terzo anno di scuola ha fatto esperienza da un esperto sarto di Bergamo, ha svolto gli stage a Verona in una sartoria da donna e a Roma da Aloisio. Oggi, raggiunto il diploma e con le ragioni di chi ha dimostrato le proprie capacità, Sofia Silvestri si dice contenta del percorso di studi seguito al Romegialli - dove il prossimo anno non partirà la prima classe del corso di produzione tessile sartoriale per carenza di iscrizioni - ma riconosce un limite.
«Nel corso dei 5 anni - dice - per le materie di indirizzo e i laboratori ho avvertito la differenza che corre tra l’essere seguiti da sarti e operatori del settore moda, piuttosto che da docenti scelti sulla base della posizione in graduatoria prima che per competenze specifiche. So che è un problema strutturale della scuola pubblica professionale, ma con uno sguardo anche alle esperienze di stage che ho avuto in questi anni e che mi hanno arricchito proprio perché fortemente calate nella realtà attuale della moda, credo che sia indispensabile per gli studenti confrontarsi a scuola con docenti operanti in questo settore che per definizione è un mestiere in evoluzione, in tutte le sue sfaccettature».
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