Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 25 Giugno 2017
Il recupero del conoide di Tartano «Occasione per il paese di Talamona»
Esperti ieri a confronto per il trentennale dell’alluvione. Il progetto per evitare il rischio «di nuove esondazioni in futuro».
Conoscere il passato e il presente del conoide del Tartano per progettarne il futuro. Talamona apre le iniziative dedicate al trentennale dell’alluvione del 1987 e lo fa concentrandosi sull’area del conoide del Tartano. Ieri è toccato al convegno predisposto su stimolo della Prefettura e sostenuto dalla Regione, dal Consiglio nazionale degli ingegneri e dalla Croil (Consulta regionale degli ordini degli ingegneri lombardi), dagli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali e dall’Ordine dei geologi della Lombardia.
Un convegno di alto profilo tecnico scientifico con un focus sul conoide del Tartano, uno dei grandi protagonisti di tragici eventi alluvionali, compreso quello dell’87. All’auditorium scolastico si sono riuniti soprattutto tecnici e addetti ai lavori per assistere a due interessanti sessioni di studio di alto profilo accademico per il peso dei contenuti e dei relatori della giornata, fra di loro l’ingegner Felice Mandelli, già responsabile della Sede territoriale Regione Lombardia, l’ingegner Enrico Moratti, presidente emerito dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Sondrio, e il professor Silvio Franzetti, del Dipartimento di Idraulica del Politecnico di Milano. La mattina è stata dedicata al tema della salvaguardia del territorio, agli studi propedeutici che hanno dato vita al noto studio Franzetti, progetto di sistemazione del conoide del Tartano, oggi al primo lotto di realizzazione.
Quindi il recupero del conoide, «area - ha spiegato il sindaco Fabrizio Trivella - del tutto singolare visto che, come ci stanno spiegando i tecnici, è il torrente che possiede una capacità distruttiva che non ha uguali nella nostra zona, per questo motivo la sua messa in sicurezza è quanto mai necessaria, sebbene rientri in un percorso lungo, molto articolato, nel quale entrano in gioco competenze e soggetti istituzionali diversi e che oggi ringraziamo di patrocinare questo evento dandoci speranze per il futuro di Talamona e non solo». Sul conoide, oggi ridotto a un ammasso di pietre e un ristretto spazio a verde, l’amministrazione ha un sogno nel cassetto, un progetto di riconversione. Talamona, comune sul quale ricade interamente l’ampia area che da tempo si trova in una situazione di stallo, sia per le calamità che l’hanno interessata, sia per le difficoltà economiche legate alla sua bonifica, ha dato il via a un intervento per il suo ripensamento in termini di utilizzi sotto il profilo naturalistico, agricolo, ma anche turistico (non sono previste invece nuove edificazioni).
Tenuto conto che il conoide sarà, a nuova statale 38 realizzata, il biglietto da visita per l’ingresso in Valtellina e la sua riconversione creerà un precedente significativo. «Abbiamo voluto riproporre la questione Tartano sotto due aspetti: da un lato la sistemazione dell’alveo per la definitiva messa in sicurezza dell’abitato dalla minaccia di esondazione, dall’altro il recupero del territorio affinché questo possa ritornare nella disponibilità dei talamonesi, con l’obiettivo di creare un parco multifunzione che possa ospitare attività agricole, percorsi turistici e iniziative didattiche». Progetto ambizioso e in itinere arrivato oggi all’analisi del gruppo tecnico incaricato dal Comune di analizzare i vincoli di natura urbanistica, idrogeologica e ambientale esistenti sul vasto territorio destinato a cambiare, in un futuro si spera non troppo lontano, aspetto e a fare pace, da buon vicino, con l’uomo.
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