Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 17 Febbraio 2021
Il gestore-avvocato
«Ministro e governo
Io vi chiedo i danni»
Val Gerola-Pescegallo, Marilisa Paltrinieri: «Abbiamo speso un sacco di soldi seguendo le indicazioni alla lettera»
«Non contesto la mancata apertura degli impianti di risalita, in presenza di un pericolo legato alla pandemia, ma condanno le modalità». Non fa una grinza il pensiero di Marilisa Paltrinieri, presidente di Fupes, Funivie Pescegallo Val Gerola, che, all’indomani della “mazzata” giunta a tutto il comparto dello sci di Valtellina e Valchiavenna, di una cosa si dice pressoché certa: «Intendo chiedere i danni», dice.
A chi? È presto detto. «Al ministero della Salute e al governo - assicura Paltrinieri, che di professione è avvocato, con studio legale a Cantù -, dopodiché deciderà l’Avvocatura dello Stato».
Il provvedimento non lo ha ancora steso, ma nella propria testa Paltrinieri lo ha già scritto, per filo e per segno.
«Fupes, come tutti i colleghi, ritengo - assicura -, si è attenuta a quanto deciso nelle sedi istituzionali. Ci è stato detto che avremmo potuto aprire in zona gialla dal 15 scorso a condizione che venissero seguite, alla lettera, le linee guida varate dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico. Quindi abbiamo fatto quanto ci è stato chiesto e, oltre a preparare il comprensorio, battendo le piste e quant’altro, abbiamo anche sostenuto tutte le maggiori spese necessarie per essere in linea con le normative anti Covid. Per noi, che siamo una piccola stazione, sono spese importanti. Certamente lo saranno anche per i colleghi, tuttavia come Fupes l’orientamento è quello di presentare i danni».
E, nel ricorso, Marilisa Paltrinieri già sa cosa inserire.
«Rientra tutto quanto è stato necessario per preparare, aggiungo al meglio possibile, una stazione che poi è rimasta chiusa - dice la presidente -. Il gasolio per il funzionamento del “gatto” battipista, le ore effettuate dagli operai e le relative ore straordinarie, perché allestire il comprensorio in quattro giorni significa fare una mole di ore extra, il vitto degli operai, l’attività svolta dal commercialista, quella svolta dal programmatore che ci ha garantito, in pochissimi giorni, la funzionalità del software per vendere i biglietti online, l’acquisto del software stesso, e sono 7mila euro, l’acquisto della nuova stampante degli skipass, e sono 4.500 euro, l’allestimento di una seconda biglietteria con la dotazione strumentale della nuova postazione e la formazione della nuova segretaria, la modifica apportata allo skilift per garantire il distanziamento dell’addetto dalla platea degli sciatori, l’acquisto della cartellonistica anticoda, l’acquisto di nuovi cartelli e nuove reti per delimitare gli spazi, sempre in funzione anti Covid».
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