Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 16 Gennaio 2018
Il cane ucciso dalla trappola
«Non deve mai più succedere»
Dubino, i proprietari: «Adesso il Pian di Spagna sia controllato e bonificato».
Il presidente :«Una crudeltà intollerabile, faremo le verifiche necessarie».
Sono attese per lunedì prossimo le verifiche della polizia provinciale di Como dopo il ritrovamento di Thor, pastore tedesco ucciso da un laccio nella Riserva naturale del Pian di Spagna. A caldeggiarne l’intervento i proprietari dell’animale - ritrovato venerdì sera in un fosso dove è stato portato, con tutta probabilità, dalla persona che ha armato il laccio che lo ha soffocato - che ora chiedono che l’intera area del Pian di Spagna sia «controllata, bonificata se necessario da queste trappole, che la trappola stessa venga esaminata. Per quello che ha subito il nostro cane non c’è rimedio – dicono – stiamo cercando con tutti i mezzi a nostra disposizione di cercare il colpevole, anche chiedendo le immagini di telecamere nella zona del ritrovamento, ma il senso di questa storia è ben più ampio».
«Viviamo in una Riserva, tutti sanno quali sono i corridoi di passaggio dei cervi, numerosi, che attraversano il territorio. Se in questi spazi, come dimostra ciò che è successo a Thor probabilmente dietro casa, qualcuno posa trappole mortali è doveroso controllare, eliminarle e fare in modo che non avvenga mai più ad alcun animale o persona».
Quei controlli che oggi vengono richiesti a gran voce, sono stati effettuati per alcuni mesi – un paio di anni fa – quando la Riserva organizzò il servizio di una guardia per il controllo del territorio. L’operazione rimase però circoscritta ad un periodo limitato, interrotta e mai più riproposta. Alla scomparsa dell’animale il 6 gennaio, i proprietari avevano dato massima diffusione alla ricerca, avvisando anche l’ente gestore della Riserva.
Oggi è il presidente Gianluigi Spreafico ad intervenire :«Una notizia – dice – sicuramente di una crudeltà intollerabile. Ci interesseremo ed effettueremo le verifiche necessarie, perchè se davvero è avvenuto entro i confini della Riserva il fatto è anche più grave e impone un approfondimento».
Dello stesso avviso anche il consigliere dell’ente, Mirco Barini:«Ci stiamo interessando per verificare ciò che è avvenuto. La pratica illegale e crudele della posa di trappole, se confermata, non può essere in alcun modo tollerata». I lacci che vengono posizionati dai bracconieri per catturare gli animali selvatici, vengono armati in punti precisi in prossimità di passaggi lungo i corridoi di transito, noti e anche evidenti dai segni sul terreno e sulle piante. Gli animali che restano intrappolati al cappio formato dal laccio, si dibattono per liberarsi determinando la chiusura del cavo di acciaio fino a che la morsa provoca il soffocamento o – se a rimanere impigliata è una zampa – lesioni che arrivano anche al distaccamento dell’arto. Sono state interessate anche le associazioni ambientaliste impegnate in favore della Riserva.
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