Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 25 Febbraio 2019
«I controlli sui richiedenti asilo? Avevo fatto tante segnalazioni»
Parla Giulio Salvi, del centro d’accoglienza Rezia Valtellina. «Tra gli arrestati diversi ospiti che da qui avevano preferito andarsene».
«Dalle foto diffuse dai carabinieri dopo l’operazione antidroga ho riconosciuto molti miei ex richiedenti asilo. Soltanto uno risiedeva ancora qui da me, mentre gli altri avevano chiesto da tempo il trasferimento in appartamenti e con il senno di poi posso comprenderne il motivo». Giulio Salvi, gestore del centro Rezia Valtellina a Cosio Valtellino prossimo alla chiusura dopo che non è risultato tra i primi in classifica nella graduatoria del bando della Prefettura che ha individuato i titolari del servizio di accoglienza profughi in provincia, interviene all’indomani della conclusione dell’operazione “Area pulita” condotta dal Comando provinciale dei carabinieri di Sondrio.
Riguardo alle persone che sono risultate coinvolte nelle misure cautelari eseguite dai carabinieri, Salvi afferma che «soltanto Osayi Idemudia (individuato dalle indagini come uno dei 10 spacciatori al dettaglio/sentinelle coinvolti nel giro di droga, ndr) risiedeva ancora nel mio centro. Sono però molti quelli che ho ospitato in passato e che ora ritrovo coinvolti nella vicenda. Di questi, diversi avevano preferito da un paio d’anni farsi trasferire in strutture che accolgono i richiedenti asilo in appartamento, soprattutto a Caiolo».
«Visto come è andata si capisce il motivo per cui non volessero rimanere da noi – afferma Giulio Salvi – come sostengo da tempo, in appartamento i controlli e la controllabilità sono molto più rari e quindi diventa più difficile anche una gestione attenta. Nel nostro caso invece, chi mi conosce sa quanto i controlli sui nostri ospiti erano rigidi e attenti».
«D’altra parte - aggiunge -, la scelta di destinare i richiedenti asilo ad appartamenti o altri centri di accoglienza molto più sparsi sul territorio ormai è fatta». Nel caso dell’operazione “Area Pulita”, Salvi fa presente che «avevamo più volte segnalato questa situazione a chi di competenza, mentre nei riguardi di Osayi, anche pochi giorni fa lo avevo richiamato dopo averlo visto frequentare gente poco raccomandabile. In quest’ultima occasione lui si era molto arrabbiato sostenendo di non avere nulla di cui preoccuparsi». Mentre l’esito dell’operazione dei carabinieri fa discutere i morbegnesi e non solo, che additano i colpevoli come nullafacenti con niente da perdere, Salvi solleva anche una questione culturale:«In questi cinque anni ho avuto esperienza diretta della profonda differenza tra la nostra cultura e la loro riguardo a principi quali correttezza e vivere civile. Ho imposto ai richiedenti asilo che ho ospitato regole e attenzione prima di tutto al rispetto della legalità. Le differenze però ci sono e il controllo è necessario qualunque sia la condizione in cui viene data ospitalità».
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