Ha origini valtellinesi il nuovo vescovo di Ivrea

Ha origini valtellinesi il nuovo vescovo di Ivrea, monsignor Daniele Salera, nominato lunedì da papa Francesco. Già ausiliare della diocesi di Roma da due anni e mezzo, il vescovo Daniele è molto legato a Dazio e a Regolido, frazione di Civo. La sua famiglia, infatti, è tra quelle che da quei paesi emigrarono numerose nella capitale il secolo scorso in cerca di fortuna. I suoi nonni vi si trasferirono all’inizio degli anni ’30 e, dopo un periodo alle dipendenze di altri, avviarono una propria norcineria. Il padre di monsignor Salera, seppur nato a Roma, visse a Dazio con la madre durante la seconda guerra mondiale e da allora mantenne con il paese solidi legami. Tanto che anche il figlio vescovo, nato a Roma il 23 luglio 1970 e prete dal 21 aprile 2002 - quando fu ordinato da San Giovanni Paolo II -, da sempre trascorre lunghi periodi di vacanza in Valtellina, in estate come pure nei periodi di Natale e Pasqua.

«Quando sono qui - raccontava due anni fa, poco dopo essere divenuto vescovo - sto assieme alla mia famiglia e conosciamo un po’ tutta la Valle e facciamo diverse visite che spaziano dalle traversate del Lago di Como alle salite nei rifugi e in montagna. Per le passeggiate ci dirigiamo soprattutto in Val Masino, in Val di Mello e in Valmalenco. Poi ho un passato da scout e mi piacciono anche la Val Codera, dove gli scout si rifugiarono per proseguire le loro attività in tempo di guerra, e il Tracciolino, che purtroppo ora è chiuso».

Cresciuto a Torpignattara e laureato in Sociologia all’Università La Sapienza, monsignor Salera ha conseguito la licenza in Teologia spirituale e ha frequentato il corso di Scienze della formazione per formatori all’Isfo, affiliato alla Pontificia università gregoriana. Dopo aver iniziato il suo ministero come vicario parrocchiale a Santa Maria Madre del Redentore nel contesto periferico di Tor Bella Monaca dal 2002 al 2008, è stato all’Ufficio catechistico diocesano fino al 2014, quindi è stato chiamato come formatore al Pontificio seminario romano maggiore, del quale è stato vice rettore dal 2014 al 2016. Poi per sei anni è stato parroco di San Frumenzio ai Prati Fiscali, fino alla nomina episcopale nel maggio 2022, in forza della quale è stato ausiliare del cardinale vicario per il settore Nord della diocesi di Roma. Ora papa Francesco lo ha chiamato a guidare la diocesi piemontese di Ivrea, succedendo al vescovo Edoardo Cerrato, che l’ha guidata negli ultimi dodici anni e che si è dimesso al compimento dei 75 anni di età.

Dopo la nuova nomina i daziesi si chiedono se continueranno a incontrare monsignor Salera in paese. Lui, festeggiato dopo la nomina episcopale due anni fa, ribadiva il suo legame con i luoghi di origine dei suoi antenati. «I daziesi - diceva - mi hanno visto crescere e mi conoscono fin da quando ero bambino. Abbiamo fatto festa quando divenni sacerdote, qui celebrai una prima Messa e mi regalarono un quadro con l’immagine di San Provino, titolare della parrocchia. Poi mi hanno festeggiato dopo l’ordinazione episcopale».

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