Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 15 Gennaio 2019
“Gli altri siamo noi”, una mostra oltre i pregiudizi
Ragionare insieme su diversità, stereotipi, rispetto, discriminazione, sul meccanismo del capro espiatorio e sugli atteggiamenti, spesso inconsapevoli, che ognuno di noi assume davanti alle «diverse diversità» che si incontrano.
È l’invito rivolto a tutti dalla mostra interattiva “Gli altri siamo noi”, che nelle prossime settimane sarà allestita in vari centri della provincia, rivolta a bambini e ragazzi ma anche agli adulti: un laboratorio in cui i visitatori non sono spettatori passivi, ma protagonisti di un percorso che «non dà risposte preconfezionate, ma pone tante domande e provocazioni per innescare la riflessione».
A promuovere l’iniziativa, il Tavolo di Camaldoli e gli istituti comprensivi Damiani di Morbegno e Sondrio Centro, in collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale e con il patrocinio della Prefettura, che ieri ha ospitato la presentazione ufficiale della mostra.
L’idea è nata da un gruppo di insegnanti valtellinesi, hanno spiegato Bruno Di Giacomo Russo e Danilo Ronconi del Tavolo di Camaldoli, che dopo una visita all’esposizione a Milano hanno deciso di portare in Valle questa esperienza e l’hanno proposta all’associazione.
Al centro della mostra - ideata da un gruppo di esperti olandesi e poi tradotta e adattata in molti Paesi, proposta in Valle nella produzione della Casa della pace di Milano - stanno infatti i concetti di pregiudizio, stereotipo, discriminazione e il concetto di capro espiatorio, sui quali i visitatori sono invitati a ragionare attraverso una serie di attività.
«Non è una mostra “giudicante”, che dà risposte preconfezionate - hanno spiegato le insegnanti Mariacristina Esposito e Mariacristina Bertarelli -, è un percorso che apre tante domande per creare consapevolezza. Non si osserva e basta, si partecipa attraverso spunti, spesso provocatori, che servono a ragionare sui meccanismi che dagli stereotipi arrivano ai pregiudizi e ai comportamenti discriminatori che purtroppo magari ritroviamo nella vita quotidiana».
L’iniziativa - attivata con il sostegno di enti, fondazioni, associazioni e realtà del mondo economico e del terzo settore - per il Tavolo di Camaldoli è un passo di un percorso culturale «per una civiltà della persona, basata sulla realizzazione della persona e sul rispetto della sua dignità», ha rimarcato Ronconi.
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