Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 03 Maggio 2017
Gelo e nuove nevicate, danni per 6 milioni
«E non è ancora finita»
Oggi in Provincia il tavolo per fare il punto per ottenere lo stato di calamità e i rimborsi. La Regione chiarisce: «Noi non possiamo intervenire».
Gelate di aprile, richiesta di stato di calamità naturale per le coltivazioni colpite in provincia di Sondrio: almeno sul fronte dei rimborsi si attende una schiarita. Sono ore di contatti e di stime dei danni per gli esponenti del mondo agricolo della Valle, i lavoratori di vite e melo, gli enti di categoria che oggi si incontreranno a Sondrio con l’ente Provincia. Nei campi, tra chi ha la terra da una parte si tiene d’occhio il meteo con la paura di una «seconda spallata» portata alle coltivazioni dalle basse temperature di queste ore, dall’altra ci si rivolge al mondo istituzionale per avere dei risarcimenti.
Anche perché, i danni alle colture sono pesanti, sul tavolo dopo le gelate in Valle ci sono già sei milioni di euro per i raccolti andati distrutti. Oggi incontro a palazzo Muzio con l’assessorato all’Agricoltura e con Fondazione Fojanini, Coldiretti, Melavì e ieri una nota del Pirellone che dice che “se qualcosa si può fare per avere dei rimborsi, lo si può fare a Roma”. E sono altri segnali da interpretare, un po’ come è da interpretare l’andamento climatico altalenante che incombe sulle piantagioni. Da Milano, ieri l’assessore regionale Gianni Fava ha anticipato, «Noi non abbiamo facoltà di intervenire – ha detto – serve una deroga speciale da Roma». Ha spiegato che la tipologia dei danni, sui criteri generici che regolano le modalità risarcitorie in questo contesto, non prevederebbe copertura.
«La normativa che disciplina gli interventi pubblici in materia di gestione dei rischi in agricoltura – ha ricordato Fava – vieta infatti qualsiasi intervento compensativo per danni alle colture su eventi assicurabili in “forma agevolata”. Ossia per calamità per le quali sia possibile stipulare polizze che godano sul pagamento dei premi di contributo pubblico».
L’evento “Gelo e brina”, viene precisato, ai sensi del decreto legislativo 102/2004, è assicurabile in “forma agevolata” e per tale motivo non risarcibile in forma compensativa. Inoltre, le polizze agevolate che godono di un sostegno pubblico sul pagamento del premio assicurativo nella misura massima fino al 65%, prevedono una soglia di danno superiore al 30% da applicare sull’intera produzione assicurata per Comune. Con coefficienti sulla “quantificazione del danno” valutati al momento della raccolta come differenza tra «resa effettiva e resa assicurata» tenendo conto anche della eventuale compromissione della qualità. Danni inferiori al 30% sull’intera produzione assicurata nello stesso Comune non sarebbero risarcibili.
«Pur consapevole che ad oggi non è possibile per la Regione intervenire - ha specificato l’assessore Fava - auspico tuttavia che il governo preveda, attraverso una legge ad hoc, una deroga, deroga che è già stata applicata nel recente passato, per eventi calamitosi di portata nazionale o interregionale». E una deroga è la soluzione alla quale si guarda. «Credo che in un caso come quello che stiamo trattando – ha detto ieri il direttore di Fondazione Fojanini Graziano Murada – una deroga ci possa essere, perché la “coperta delle assicurazioni” risulterebbe troppo corta. Se prendiamo la vite – ha aggiunto – nessuno fa assicurazioni sul gelo dato che si parla di una pianta che essendo molto sensibile al gelo parte molto tardi nel suo sviluppo. Quindi nell’eccezione, sul fenomeno calamitoso, può forse intervenire il legislatore».
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