Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 08 Giugno 2017
Fai e istituto Spini Vanoni, progetto per la scuola: una città tutta da scoprire
Morbegno, esposti i lavori realizzati dagli studenti della primaria sui principali beni artistici e architettonici conosciuti
Fondo italiano ambiente protagonista martedì dalle 16 alle 20 a Morbegno all’istituto comprensivo Spini Vanoni, dove si è concluso ed è stato presentato il progetto “Riprendiamoci la nostra scuola”. Sono arrivati genitori e ragazzi martedì nella sale interne dell’istituto per visitare l’esposizione dei lavori realizzati dalla primaria sulla città, sui principali beni artistici e architettonici e per visionare il film prodotto dalle classi quarte dedicato al fiume Bitto e ai suoi ponti.
L’attenzione degli studenti durante questo percorso di scoperta e appropriazione di alcuni contesti e ambienti urbani si è focalizzata sull’edificio scolastico, palazzo progettato e realizzato dall’ingegnere e urbanista Luigi Buzzetti.
I ragazzi della Spini sono anche andati alla collegiata di San Giovanni Battista. «In quel luogo – ha precisato presentando alcuni pannelli e ricerche esposte nella scuola la preside Fausta Svanella – i nostri studenti si sono soffermati a studiare il grande affresco dell’abside della chiesa, raffigurante il battesimo di Cristo, un’opera del pittore valtellinese Pietro Ligari. La stessa attenzione è stata rivolta agli aspetti architettonici della chiesa».
I ragazzi hanno formulato osservazioni di carattere estetico e formale, hanno «esplorato» le opere pittoriche e architettoniche «realizzando riflessioni e appunti su quanto è stato visto e percepito». Ogni considerazione è diventata motivo grafico e parte di una mostra a grandi pannelli. Altro lavoro presentato è stato il video realizzato sempre sul progetto “Riprendiamoci la nostra scuola” e dedicato al torrente Bitto.
«Le classi – hanno spiegato le docenti – dopo aver “osservato” la città, si sono addentrate in aspetti storici del nucleo urbano. Siamo voluti andare con i ragazzi dove Morbegno è nata, lungo il corso del Bitto, alle Seriole, dove si trovano i primi insediamenti e borghi».
L’esplorazione è diventata un percorso nella storia locale realizzato con supporti esterni e consulenze. «Scoprendo il Bitto e le zone più antiche di Morbegno – hanno chiarito le docenti – si è realizzata una ricerca sugli antichi stili di vita e di lavoro. Palazzo Malacrida, i “ponti del Bitto” sono state ambientazioni dove rappresentare gli antichi mestieri, c’è stato spazio per riscoprire l’originario dialetto morbegnese e un autore, Ezio Vedovelli, che componeva rime in dialetto». Fuori dalla scuola altri interventi di affinamento ambientale: alcune classi hanno composto aiuole floreali, con motivi ornamentali a forma di lettere. La successione delle stesse compone la parola “pace”.
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