Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 23 Dicembre 2016
Ecco Morbo Ludens: il gioco per passione davanti a un tavolo
Biblioteca di Morbegno affollata all’evento in cui l’associazione ha spiegato origine e obiettivi della sua singolare attività.
Nati in primavera, sabato scorso la prima presentazione pubblica, in una biblioteca mai così affollata. Si chiamano Morbo Ludens, sono un gruppo di giovani di Morbegno e un’associazione ludica «che promuove la socialità, l’inclusione e l’interazione personale attraverso il gioco. Gioco inteso come fonte di crescita personale, spazio di socialità, di confronto e naturalmente divertimento». Obiettivo, portare «verso i giochi da tavola nella versione evoluta, verso i giochi di ruolo, i “war games”, i giochi di carte» tutta Morbegno.
«Perché - come spiega il presidente del sodalizio Luca Della Nave citando Stanley Hall psicologo e pedagogista statunitense studioso delle teorie evolutive di impronta antropologica - le persone non smettono di giocare perché invecchiano, invecchiano perché smettono di giocare».
Come dicono quelli di Morbo Lundes: «scegliamo il gioco per passione, amicizia e divertimento, soprattutto scegliamo di giocare». Nessuno pensi alla canasta o al Monopoli.
I giochi che prediligono Luca e gli altri soci del direttivo quali Filippo Mainetti, Alessia Riva, Rudy Zoccarato, Alessandro Della Nave e Ermanna Bonetti hanno confezioni e copertine raffinate e intriganti che richiamano i giochi elettronici più celebrati. Ma qui l’elettronica non c’entra. I giochi di carte si chiamano “Dixit”, “Mascarade”, quelli da tavolo “Carcassone”, Bang”, “il Sesto senso”, verso l’elettronica i “ludici” morbegnesi hanno una velata preclusione.
«Il mondo digitale – chiariscono – è una realtà e lo usi. Ma non è bello vedere gruppi di persone stare vicini ognuno con gli occhi puntati sul proprio smartphone. Così la gente è “insieme” ma isolata. Attraverso il gioco tradizionale, che si fa in gruppo davanti a un tavolo, si riscopre la dimensione ludica dello stare insieme. I passatempi ritrovano una vocazione antica, quella di essere “giochi di società” e con una funzione sociale». La sede non c’è, c’è una pagina Facebook e alla presentazione sabato c’erano quasi 80 persone oltre a rappresentanti dell’amministrazione comunale.
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