Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 11 Maggio 2017
«Delusi, vogliamo parlare con Parolo»
Statale 38: il Comitato di zona di Campovico, Paniga e Desco commenta con amarezza l’esito del Collegio di vigilanza. «Da dieci anni parliamo del prolungamento della galleria, adesso dobbiamo aspettare le valutazioni sul traffico».
«Una forte delusione che ci dà una timida speranza. Ora chiediamo un confronto diretto con Parolo per spiegare le nostre ragioni». È questa la prima reazione del gruppo di lavoro statale 38, del comitato di zona di Campovico, Paniga e Desco, e dei portavoce della petizione popolare, rispetto alle decisioni prese lunedì dal Collegio di vigilanza sulla nuova 38. In quella sede è stato stabilito che si aspetterà di conoscere gli effetti della nuova viabilità per mettere in campo eventuali misure di mitigazione a protezione dell’abitato di Campovico.
Mitigazioni chieste da anni dai residenti, che sostengono un progetto di prolungamento della galleria artificiale di Campovico, intervento a difesa dell’abitato in termini di inquinamento atmosferico e acustico sulle case delle frazioni retiche morbegnesi dove passerà la nuova statale. «Da dieci anni sosteniamo che questo intervento andava fatto a priori, eravamo di fronte a un progetto monco che necessitava di questa aggiunta, piccola aggiunta di fronte a un’opera di questa portata, a fronte di risorse economiche che potevano essere investite su questa forma di risarcimento nei confronti di un territorio che ha dato molto per questa strada», dicono i portavoce degli abitanti, che invitano pubblicamente Ugo Parolo, sottosegretario alla presidenza in Regione a un incontro «per esplicitargli direttamente le nostre ragioni. Abbiamo perso una battaglia, non la guerra e continuiamo a perorare la causa, che è un progetto sostenuto anche da una delibera comunale condivisa dalla maggioranza e dalla minoranza di Morbegno».
E che il Collegio di vigilanza dell’altro giorno ha bocciato, «speriamo non definitivamente», giudicando non realizzabile il prolungamento di 143 metri della galleria di Selvapiana. «Chi esce perdente da questo epilogo disarmante non sono tanto le frazioni retiche, pur umiliate e frustrate, ma la politica che, con questa risoluzione - continuano i residenti - ha abdicato alla sua funzione di difendere il primato della salute e della sicurezza dei cittadini e quello della salvaguardia del patrimonio ambientale. Sanare un errore di progettazione con un intervento il cui costo avrebbe inciso per “uno zero virgola” nel quadro economico complessivo, è parso a politici e funzionari un compito rischioso e paralizzante, in un’Italia purtroppo funestata - fortunatamente non qui da noi - da corruzione e disastri».
Il gruppo di lavoro statale 38 e il comitato di zona Morbegno 3, «di cui siamo fieri di far parte», tengono a rimarcare la loro natura: «Non siamo formazioni di disturbo intese a contrastare le imprese e le istituzioni. Dal 2008 abbiamo esercitato il mandato conferitoci dai cittadini in modo disinteressato e responsabile, studiando, partecipando e collaborando. Ma di certo non ce ne stiamo con la mani in mano aspettando che tutto venga calato dall’alto. Siamo certi che, a lavori ultimati, la grandezza del progetto della superstrada darà ancora più risalto alle proposte che abbiamo avanzato per dare più valore al nostro territorio».
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