Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 13 Luglio 2017
Danni da cinghiali, cambiano le regole
Prelievo venatorio per chi ha la licenza
Legge regionale: i danni si potranno risarcire nelle aree dov’è consentita la caccia fino al 30%. Il direttore Coldiretti, Repossini: «Chiarezza su un nodo importante, guardando al controllo».
Danni causati da cinghiali, cambiano le regole grazie a una nuova legge regionale appena approvata, si apre al «prelievo venatorio, che sarà portato avanti da «cacciatori con regolare licenza» e ogni cacciatore abilitato alla “selezione” potrà fruire di «15 giornate di caccia aggiuntive» rispetto a quelle già previste.
I capi abbattuti potranno essere consegnati ai centri di lavorazione selvaggina, i “Cls” oppure ad altre strutture autorizzate e parte dei capi potranno essere dati in “beneficenza alimentare”.
Cambia anche la “politica dei rimborsi”, con la possibilità di vedere risarciti i danni causati nelle aree dov’è consentita la caccia fino al 30%; previsti risarcimenti non solo gli imprenditori agricoli per i «danni permanenti ai prati» provocati dallo scorrazzare dell’irruente mammifero.
Per il triennio 2017-2019 sono previsti 300.000 euro all’anno per i risarcimenti e tutto sarà normato dall’ente Provincia.
Lunedì il Consiglio regionale con 51 voti a favore e 10 contrari ha approvato la legge per la «gestione faunistico-venatoria del cinghiale e il recupero degli ungulati feriti». Il decreto sarà disponibile a ore, ma dalle anticipazioni che fornisce il Pirellone si chiarisce come siano state deliberate «nuove regole per contenere o eliminare l’emergenza cinghiali in Lombardia».
Nel territorio lombardo si stima siano presenti non meno di seimila cinghiali concentrati in particolare nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese, più di 4 mila nella zona appenninica della provincia di Pavia.
Dal 2004 al 2015 sono stati registrati oltre 6500 eventi dannosi alle produzioni agricole causati da cinghiali (dato che si limita ai danni denunciati), a titolo di indennizzo sono stati erogati oltre 2 milioni e 500 mila euro.
Regione Lombardia, confrontandosi con Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, delibererà entro 180 giorni dalla ratifica della legge la suddivisione del territorio agro-silvo-pastorale in “aree idonee” e “aree non idonee”, la gestione del cinghiale avverrà mediante prelievo venatorio e controllo “nelle aree idonee” e mediante prelievo venatorio di selezione nelle “aree non idonee”, dove la presenza dovrebbe tendere allo zero. Previste anche sanzioni per chi immette o detiene illegalmente cinghiali.
I primi commenti sulla nuova normativa in Valtellina arrivano da Coldiretti. «Si mette chiarezza sul “nodo” cinghiali – ha affermato Andrea Repossini, direttore dell’associazione sondriese dei coltivatori –, non viene aperta la caccia, ma viene regolamentato l’abbattimento dei capi con novità interessanti». «Viene ripreso tra l’altro – ha precisato – quanto la Provincia di Sondrio aveva imbastito come progetto sulla caccia ai selvatici con un’attenzione sul controllo dei capi». Attenzione anche dal mondo venatorio. Enrico Marchesini, presidente del Comprensorio alpino caccia Morbegno, ha commentato: «La normativa sul contenimento dei danni da cinghiale finora prevedeva l’intervento di operatori squalificati, guardiacaccia o proprietari di terreni danneggiati in possesso di un’arma - la considerazione -. Forse Regione Lombardia si è accorta che a fronte del proliferare del dannoso mammifero questo contesto di regole non bastava».
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