Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 18 Dicembre 2017
Dall’87 una miniera di creatività
Raccontati i 30 anni dell’artistico
Sabato a Morbegno giornata intensa per il liceo Ferrari in occasione dell’importante traguardo. Dirigenti, insegnanti e studenti degli inizi erano assieme a chi oggi dirige e frequenta la scuola.
Correva l’anno 1987 quando l’allora preside Piergiuseppe Magoni, insieme al provveditore Enrico Rossi, fecero il sopralluogo definitivo a quella casa gialla, già sede di una piccola azienda conserviera alimentare e poi scuola elementare, che diventerà proprio quell’anno il liceo artistico Ferrari.
Da allora sono trascorsi 30 anni e sabato Magoni, in compagnia dei suoi compagni di avventura, ha partecipato ai festeggiamenti per ricordare quella data e i passi compiuti dall’artistico per antonomasia in provincia di Sondrio. Perché il Ferrari di via Credaro, oggi Nervi Ferrari per la fusione con lo scientifico, è il solo a potersi fregiare del titolo, visto che a Morbegno spetta la paternità del primo e unico liceo artistico in Valtellina capace di attrarre studenti da Morbegno alla Valchiavenna, dall’Alta Valle sino a Menaggio sul lago di Como.
Sabato è stata una giornata di gran festa del talento, dell’entusiasmo e della creatività di quella «grande famiglia» (come più di una voce ha voluto chiamare il liceo) di uno dei fiori all’occhiello dell’offerta formativa locale. Alla serata in questo atelier delle arti dove si plasmano nuovi artisti, introdotti dal consigliere provinciale delegato all’Istruzione Alan Vaninetti, erano presenti la dirigente Giuliana Zuccoli, il prefetto Giuseppe Mario Scalia, gli attuali ed ex docenti fra i quali lo scultore Giuseppe Abramini-Abram, Michela Fomiatti, Laura Giudice, Tiziana Bianchini, don Diego Fognini, Evangelina Laini, l’ex dirigente Rossana Russo, gli studenti di ieri come Luca Conca, pittore, e quelli di oggi come Luca Maffia, premiato ieri con un assegno staccato dal Miur per il suo diploma da 100 e lode e Mattia Pinoli, rappresentante degli studenti.
Mentre si respirava creatività a ogni rampa di scale e a ogni piano dell’istituto, dove sono stati allestiti i lavori dei ragazzi, chi ha celebrato i 30 della scuola lo ha fatto ricordando quella «bella impresa umana che nasceva quando in Valtellina scoppiava una grande calamità naturale, la grande alluvione - ha ricordato Magoni nel suo intervento -. Impresa che ha messo radici a Morbegno per estendere i suoi rami in tutta la provincia e oltre, per svilupparsi grazie alla costanza e alla passione dei suoi docenti e dei talenti che qui si sono sviluppati. Io l’ho fatto nascere, oggi tocca a voi farlo crescere». E pare che tutti quelli che sono passati di qui abbiano trovato terreno fertile nell’ humus del Ferrari. Uno spazio del quale i ragazzi di ieri e di oggi sembrano essersi appropriati volentieri.
«La sensazione che ho avuto sin dall’inizio in questa scuola - le parole pronunciate da Conca - è stata quella di avere la vita fra le mie mani, ho avuto la possibilità di stupire i miei professori e ho sentito subito questo spirito e questa responsabilità. Ho conosciuto chi si è pentito di un determinato percorso scolastico, chi si è rammaricato di non averne intrapreso alcuno, ma non ho mai incontrato nessuno che si fosse pentito di avere frequentato l’artistico».
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