Da Gerola Alta alla Sierra Leone, la scelta di Clotilde

Ha 28 anni, specializzanda in ginecologia vivrà sei mesi a Pujehun, in Sierra Leone. «È la chiusura di un cerchio e l’apertura di un altro, sono entusiasta»

Specializzanda in ginecologia, 28 anni, trascorrerà sei mesi a Pujehun, affiancata da un medico Cuamm (Medici con l’Africa Cuamm è tra le maggiori organizzazioni non governative sanitarie italiane per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane).

È la Sierra Leone la destinazione di Clotilde Mattarelli, 28 anni di Gerola Alta, specializzanda in ginecologia all’Università di Bologna. Dall’8 settembre trascorrerà un periodo di sei mesi a Pujehun, a Sud del Paese, grazie al progetto Jpo (Junior Project Officer) che permette agli specializzandi di fare un’esperienza in Africa riconosciuta nel loro percorso formativo di giovani medici.

Entusiamo e timore

«Sono molto entusiasta di partire, anche se ho qualche timore per la situazione sanitaria di Pujehun - dice Clotilde -. Sono consapevole però che avrò l’opportunità di imparare moltissimo e migliorare le mie competenze. Vivrò per sei mesi in un contesto rurale, quello dell’ultimo miglio, dove non sarà facile, ma dove spero di avere più occasioni per integrarmi e costruire relazioni con le persone e i colleghi del posto - prosegue Clotilde, che ha già esperienze di volontariato in Zambia, Tanzania, Brasile e Haiti -. Fare quest’esperienza come specializzanda in ginecologia è allo stesso tempo la chiusura di un cerchio e l’apertura di un altro», dice Clotilde i cui genitori da qualche anno vivono a Gerola Alta, dove si sono trasferiti perché con questo luogo hanno sempre avuto un legame particolare.

Clotilde ha trascorso la sua infanzia a Gerola, ha frequentato lo sci club del paese e ora ci torna abbastanza spesso per trovare i suoi. Al momento vive a Bologna per lavoro-studio (è al terzo anno di specializzazione in ginecologia). Ha frequentato la facoltà di medicina a Roma e ha già diverse esperienze di volontariato con altre organizzazioni/associazioni. «A volte i fili rossi che segnano la nostra esistenza - che rappresentano le parti più importanti di noi, quelle a cui siamo indissolubilmente legate nell’anima e dal destino - si srotolano pian piano fino a portarti a destinazione».

«I miei fili rossi»

«L’Africa, come rappresentazione dell’altro e in sé e per sé come continente infinito da scoprire, è stata uno dei miei fili rossi da che ho memoria di avere dei desideri: prima come viaggiatrice simile al nonno che raccontava cose magiche, poi come giornalista per scrivere di terre lontane e infine come futuro medico. Leggendo la mail di assegnazione del Cuamm, rivedo le facce di chi ho incontrato in giro per il mondo, dai 16 anni, per tutta l’università e subito dopo, aspettando pazientemente di diventare un medico vero per poter realizzare il sogno che covavo dentro il mio cuore. Ed è vero che i fili rossi ti riportano sempre a casa - sia essa un luogo, una persona, un progetto - se sai aspettare. E allora la destinazione si trasforma in un nuovo viaggio, dentro e fuori di te». In Sierra Leone, dove andrà Clotilde, il Cuamm è presente dal 2012, anno in cui inizia a operare nel distretto rurale di Pujehun.

Allo scoppio della terribile epidemia di Ebola nel 2014, decide di rimanere a fianco della popolazione locale e il distretto di Pujehun è il primo a essere dichiarato “Ebola Free”. Da marzo 2016, il Cuamm accetta la richiesta del ministero della Sanità del Paese per intervenire anche a Freetown, la capitale, e rilanciare il Princess Christian Maternity Hospital, la principale maternità che, con i suoi 125 posti letto, è un punto di riferimento ed effettua oltre 6.500 parti all’anno. «La lotta alla mortalità materno-infantile è la nuova sfida da vincere, nel Paese con il tasso di mortalità di mamme e bambini. ha più bisogno».

È possibile sostenere Medici con l’Africa Cuamm con una donazione online su wwww.mediciconlafrica.org.

© RIPRODUZIONE RISERVATA