Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 18 Luglio 2015
Concorso presidi, nuovo colpo di scena: a rischio i dirigenti di dieci istituti
Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza del ministero dell’istruzione. Ennesimo sovvertimento in una vicenda che si trascina dal 2011. La sentenza il 27 agosto.
Alt, fermi tutti: ennesimo colpo di scena nella storia infinita - si trascina dal 2011 - del concorso per dirigenti scolastici. Martedì 14 luglio il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare presentata dal ministero dell’Istruzione che ha ottenuto la sospensiva della sentenza del Tar che, a sua volta, aveva chiesto l’annullamento della procedura concorsuale di reclutamento dei presidi in Lombardia, per presunte irregolarità nella nomina della commissione giudicatrice.
Un annullamento che mette a rischio in Valle la dirigenza di dieci istituti, della cui guida, dal primo settembre 2014, furono incaricati altrettanti dirigenti scolastici che avevano a suo tempo superato il concorso in seconda battuta, cioè dopo la ricorrezione delle prove scritte contenute nelle buste “incriminate”, poiché ritenute trasparenti, che furono al centro del primo ricorso in Lombardia.
Alla luce dell’accoglimento dell’istanza del Miur da parte del Consiglio di Stato, tutto è rinviato al 27 agosto. Lo stesso decreto ha infatti fissato la Camera di Consiglio per la discussione del ricorso in appello in quella data per la definitiva conferma della sospensione della sentenza del Tar.
Questo è quello che si auspicano in molti. Anche perché la sentenza, qualora non venisse sospesa - le forze sindacali del territorio auspicano il contrario -, rischierebbe di mandare in tilt alla ripresa delle lezioni il sistema istruzione provinciale con dieci istituti privati dei loro presidi (di conseguenza affidati a reggenti, presidi part-time divisi su più sedi): vale a dire il comprensivo di Livigno, l’Itis Mattei di Sondrio, l’istituto comprensivo di Chiesa Valmalenco, quello Talamona, il comprensivo di Traona, l’istituto d’istruzione superiore Saraceno di Morbegno, la Damiani di Morbegno, il comprensivo di Novate Mezzola, l’alberghiero professionale Caurga di Chiavenna, così come il “Da Vinci”, sempre nella città del Mera. Cioè istituti in cui hanno prestato servizio dirigenti scolastici (sono ad oggi in servizio), che hanno ottenuto l’incarico e la qualifica proprio grazie al concorso, ma che si vedrebbero messo in discussione il loro posto dall’ennesimo pronunciamento del Tar.
Rimanendo in tema, sul fronte dirigenti scolastici, c’è però un altro nodo da sciogliere, strettamente connesso al concorso motivo del contendere. Riguarda i 96 esclusi dalla ricorrezione sopra citata: docenti che, in concreto, avevano passato il concorso nel 2012, poi bocciati in seconda battuta. Ora loro chiedono a gran voce - tra questi, anche due valtellinesi, Enrico Piasini e Bruno Spechenhauser -, che si faccia giustizia e che si applichi la legge: la neonata riforma del governo Renzi. Tant’è: nel maxi-emendamento contenuto nella “Buona scuola” sulla questione “concorso dirigenti” si dice che coloro i quali avessero passato tutte le fasi del concorso, ancorché annullato in sede giurisdizionale, potranno attraverso una prova orale per i dirigenti scolastici in servizio o un corso intensivo con esame finale per gli idonei non in servizio – è il caso di Piasini e Spechenhauser e degli altri 94 esclusi - essere nominati nel ruolo di dirigente scolastico. La richiesta è che dal primo settembre arrivi il tanto sospirato incarico.
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