Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 11 Marzo 2019
Cinghiali, la Regione ha deciso
«La caccia è aperta tutto l’anno»
L’assessore regionale Rolfi annuncia la possibilità di abbattere questi animali in tutte le “zone non idonee”.
Cinghiali, pericoli sulle strade, danneggiamenti alle colture, ai terrazzamenti, prezioso patrimonio delle economie rurali, un problema annoso la proliferazione ed espansione del grosso suide che viene analizzato e per il quale si cercano soluzioni nelle varie province e regioni.
In Lombardia in questi giorni ha preso posizione l’assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi del Pirellone, Fabio Rolfi. «Come Regione Lombardia – ha annunciato – abbiamo approvato una delibera con la quale diamo agli uffici territoriali la possibilità di autorizzare l’attività venatoria di selezione per il cinghiale, per tutto l’anno. Questo anche in difformità dei periodi e degli orari stabiliti per legge».
Questa nuova normativa più permissiva, e che intende avversare specie nocive e invasive, oltre ai cinghiali anche le nutrie e i cormorani, la si intende estendere all’intero territorio regionale, a partire dalle “zone non idonee”. Ovvero quelle aree in cui i cinghiali non sono animali autoctoni, ma nelle quali sono penetrati espandendo la propria presenza. In particolare, le zone non idonee sono individuate «nell’intera pianura padana, senza soluzione di continuità, da Pavia fino a Mantova, nell’alta pianura e prime alture di Brianza e Insubria, nelle Orobie bergamasche, Valtellina e Valle Camonica».
Rolfi ha sottolineato e inquadrato in modo deciso la problematica. «Il cinghiale – ha affermato – è un problema enorme per la sicurezza delle persone, per le coltivazioni e per il ciclo produttivo. Fino ad ora Regione Lombardia ha operato sul problema facendo quanto possibile. Ora vogliamo dare corso ad un atto forte, che faccia capire come sia nostra intenzione risolvere il problema».
Ha quindi proseguito. «È necessario ampliare l’attività di contenimento finora riservata alla polizia provinciale e, in attività venatoria, ai cacciatori. Per questo rivolgo un ulteriore appello a tutti i parlamentari lombardi, affinché si facciano carico a loro volta di una modifica legislativa nazionale che preveda il riconoscimento formale della figura dell’operatore volontario, ossia un cacciatore adeguatamente formato e abilitato che, in accordo con la polizia provinciale, possa contribuire ad attuare i nuovi piani di contenimento. Non dimentichiamo – ha concluso Rolfi- che negli ultimi 5 anni in Lombardia i cinghiali hanno causato danni all’agricoltura per 1,7 milioni di euro di rimborsi e 384 sinistri stradali».
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