«Ci devi dare 18mila euro». Coppia di valtellinesi condannata per estorsione

Per un mese avevano cercato di farsi consegnare 18mila euro, soldi che una di loro sosteneva le fossero dovuti, e avevano molestato e minacciato una professionista del Sondriese e suo marito. Ma la coppia si era rivolta alla Polizia di Stato, e gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Sondrio avevano preparato la trappola, presentandosi nella villetta delle vittime quando gli estorsori avevano stabilito che sarebbero andati a riscuotere quanto dovuto, li avevano trovati con un manganello telescopico e li avevano arrestati. S

Si è chiuso il processo di primo grado per tentata estorsione nei confronti di Antonella Zanini, 60enne originaria di Aprilia, in provincia di Latina, ma residente a Morbegno, dove in passato è stata titolare di una pescheria; e Gianfranco Maffia, 73enne di Stazzona, in provincia di Como. Entrambi sono stati condannati: due anni e dieci mesi alla donna, oltre al pagamento di 650 euro di multa; e un anno e 8 mesi all’uomo, che dovrà anche lui pagare una multa, 400 euro.

L’arresto risale al 13 novembre 2021. Antonella Zanini reclamava la restituzione di un’ingente somma di denaro, 18mila euro, di cui la denunciante si sarebbe appropriata, mentre, in realtà, in precedenza sarebbe avvenuta una transazione tra la figlia dell’imputata e la professionista. Zanini e Maffia, insieme ad un terzo complice nel frattempo deceduto, da un mese terrorizzavano la coppia, vantando conoscenze nella criminalità locale e minacciandoli se non avessero pagato il presunto debito.

«Ho bisogno che lei chiami immediatamente suo marito e che gli dica di incontrarci oggi per pranzo nel modo più assoluto – il tenore dei messaggi inviati alla professionista valtellinese -. Possiamo incontrarci anche al ristorante dove andate sempre a pranzo. Oppure nella vostra bella villa, ci sediamo sull’altalena che avete in giardino» facendo quindi capire alla donna di essere controllata dagli estorsori.

E ancora: «Visto che cerca di prendermi continuamente in giro, le dico io come facciamo: stia pure a casa, prepari la cena per le solite persone che la occupano, più tre coperti. Risolviamo tutto oggi. Non si disturbi a mandare l’indirizzo, sappiamo perfettamente dove si trova la villa». Quella sera i tre si recarono nella casa della professionista ma trovarono i poliziotti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA