Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 10 Luglio 2016
Cacciatori concordi: «Sui cervi alla Colmen ha ragione la Provincia»
Il presidente del comprensorio Enrico Marchesini plaude alla decisione dell’ente. «Il sovappopolamento sta minando gli ungulati».
«Aprire alla caccia ai cervi sulla Colmen è una scelta saggia e responsabile. Saremo al fianco della Provincia e forniremo tutto il supporto possibile per concretizzare questa decisione».
Così il presidente del comitato del comprensorio alpino di caccia di Morbegno, Enrico Marchesini, interviene a seguito della decisione annunciata ieri dal vicepresidente della Provincia, Christian Borromini, di intervenire con una modifica al piano faunistico provinciale che trasformerà la Colmen di Dazio da zona di ripopolamenti e cattura in cui la caccia è vietata, in zona aperta alla caccia dei soli cervi.
«Sicuramente questa scelta ci trova d’accordo - sostiene il presidente dei cacciatori - anche perché la questione si è trascinata a lungo e arriva finalmente a una soluzione concreta. Di certo la filosofia che sta alla base è quella di intervenire non per distruggere una popolazione di cervi che sulla Colmen si è formata, bensì riequilibrare una situazione che ad oggi non è più sostenibile».
Marchesini fa riferimento ai dati che è stato possibile raccogliere su questa popolazione di selvatici: «Quando venne consentita una piccola selezione - afferma - con prelievo di 25 cervi, si rese evidente a seguito degli esami biometrici effettuati sugli esemplari cacciati come i cervi della Colmen presentino delle difficoltà. Tra quei 25 c’erano anche alcuni piccoli che mentre sulle Orobie hanno un peso di 40-45 chilogrammi, nella zona della Colmen vanno dai 14 ai 16 chilogrammi. Sono conseguenze di problemi come la consanguineità, il basso scambio con altri gruppi, lo sviluppo di malattie come il rachitismo e altre patologie, che non permettono a i cervi che sono una razza forte, di svilupparsi al meglio».
Marchesini, promotore di una raccolta firme «che ha raccolto l’adesione di 2.500 persone non soltanto tra i cacciatori ma tra i cittadini che conoscono pure le implicazioni per le colture danneggiate e per il pressante problema della sicurezza stradale. La decisione assunta dalla provincia è responsabile e ponderata nell’obiettivo di trovare intervenire per trovare il giusto equilibrio in un’area in cui convivono animali selvatici, popolazione e aree coltivate e che ad oggi vede una densità di cervi che, nell’area della Colmen, risulta dieci volte più elevata di quella ideale».
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