Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 30 Gennaio 2017
Boschi in provincia, una miniera non sfruttata
L’avanzare del bosco a fronte di una flessione sul suo utilizzo in chiave produttiva, comporta anche rischi per l’ambiente. Ad esempio aumentano gli incendi e nonostante l’estensione del bosco nazionale, importiamo in regione più dei due terzi del fabbisogno di materia prima legnosa.
Una risorsa preziosa che permette di consolidare l’economia, l’occupazione e di assicurare una gestione equilibrata del territorio in una fase in cui molte zone sono in abbandono. Il bosco, il grande patrimonio forestale delle aree alpine viene inquadrato come risorsa nel IX rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia stilato da Ersaf, l’Ente regionale per l’agricoltura e le foreste e diffuso in questi giorni. Dal Rapporto che Ersaf redige da nove anni si conferma che la superficie boscata continua ad aumentare: si parla di un incremento sui dati del 2015 di +0,24% rispetto al 2014.
«In Lombardia - ha spiegato Ersaf - si raggiungono oggi i 625.906 ettari. Ogni anno il volume del bosco cresce di 3,1 milioni di metri cubi e se ne tagliano 551.000 mc, cioè si preleva meno del 20% della ricrescita annua». Un fenomeno che sta proseguendo da parecchio tempo quello della “avanzata del bosco” e che nasconde due aspetti contraddittori. «Da un lato – precisano i tecnici di Ersaf – si rafforza la superficie delle foreste lombarde, ma dall’altro si registra il progressivo abbandono di pascoli e prati che vengono “mangiati” dal bosco. Questo pur ridotto incremento annuo porta al risultato che negli ultimi 50 anni la superficie forestale lombarda sia quasi raddoppiata, ponendo questioni di qualità e quantità legati alla materia legno del tutto diversi da un tempo, a partire dalla graduale trasformazione del paesaggio lombardo».
Boschi che sono un patrimonio garanzia di qualità di vita, «Oggi - spiega Ersaf - ogni cittadino ha a sua disposizione 625 mq di bosco. Pochi - spiegano i tecnici forestali - specie rispetto alla media mondiale che è di 6.000 metri quadri pro capite e meno anche dei 1.700 mq italiani pro capite, ma non pochi nel cuore della regione più industrializzata e abitata d’Italia».
Altri dati. I boschi lombardi sono per il 79,2% della loro estensione in montagna, per il 13,2% in collina e per il 7,6% in pianura. Dunque una «risorsa alpina» e le province più boscose sono quelle di Brescia, Sondrio e Bergamo, che da sole comprendono i due terzi dei boschi lombardi.
Per Ersaf questo patrimonio il cui moltiplicarsi è anche avverso allo sviluppo di altre attività nel contesto alpestre, ad esempio alla agricoltura di montagna a cui “mangia” i pascoli, pone a tutto il mondo produttivo regionale il quesito riassumibile nella domanda: «Cosa fare di questa risorsa?». Il legname, viene sottolineato, è utilizzato principalmente per fini energetici e produttivi, il 77% è destinato a uso energetico, il 23% viene usato in falegnameria, per paleria o imballaggi e l’1% è scarto ma il taglio è in realtà in calo.
«Nel 2015 sono stati tagliati 551.638 metri cubi di legno con dati in flessione del 4,6% rispetto al 2014, si lavora principalmente robinia, castagno faggio, carpino nero e frassino maggiore nel bosco ceduo e misto e abete rosso, larice, abete bianco in quello ad alto fusto».
Dato da sottolineare, la provincia in cui le imprese boschive hanno tagliato di più è Sondrio, con 56.815 metri cubi, seguono Brescia, Bergamo e Varese.
L’avanzare del bosco a fronte di una flessione sul suo utilizzo in chiave produttiva, comporta anche rischi per l’ambiente. Ad esempio aumentano gli incendi e nonostante l’estensione del bosco nazionale, importiamo in regione più dei due terzi del fabbisogno di materia prima legnosa.
Dall’Ente regionale si punta a stimolare un utilizzo corretto di questa risorsa. «La certificazione e l’utilizzo delle risorse boschive, per promuovere la sostenibilità delle foreste e rilanciare da un lato le energie da fonti rinnovabili agricole e dall’altro la valorizzazione del legno per scopi industriali e abitativi, sono obiettivi che devono essere perseguiti - ha detto l’assessore all’Agricoltura del Pirellone, Gianni Fava -. La corretta gestione degli impianti boschivi e forestali permette di consolidare l’economia, l’occupazione e di assicurare una gestione equilibrata del territorio preservandolo da un punto di vista idrogeologico».
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