Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 11 Febbraio 2021
Anche gli alpini
per dare l’addio a Bogialli
Morbegno Morto sotto un sasso caduto sulla provinciale, grande commozione in collegiata per il funerale
È stata la tromba e il saluto degli alpini a spezzare il silenzio della cerimonia funebre per ricordare Roberto Bogialli, l’uomo di 68 anni originario di Civo, ma da anni residente a Morbegno, che lunedì scorso è rimasto vittima di un incidente fatale e assurdo, con un masso che si è staccato dalla roccia sul versante della montagna precipitando sulla sua auto a bordo della quale stava percorrendo la strada provinciale 10 che si snoda lungo la Costiera dei Cech, la sua amata Costiera.
Nella collegiata di San Giovanni a Morbegno nel rigoroso rispetto delle misure anti Covid, famigliari, amici e tanti conoscenti hanno riempito la chiesa per stringersi alla moglie Patrizia, al figlio Christian con la moglie Chiara e al fratello Attilio a dimostrazione del profondo affetto e della stima di cui Bogialli, ex operaio metalmeccanico per anni alla Siderval di Talamona, ma soprattutto noto e sensibile pittore e fotografo, si è da sempre circondato.
In un’atmosfera resa ancora più surreale per via di una morte improvvisa e tragicamente anomala, fra le mascherine che hanno soffocato molte lacrime e sbiadito fisionomie, si sono distinti per via dell’inconfondibile cappello con la penna nera, gli alpini, corpo del quale Bogialli ha fatto parte. Loro gli hanno reso omaggio con la preghiera dell’alpino cadenzata dal suono struggente della tromba.
Ad officiare il rito è stato il vicario di Morbegno don Nicola Schivalocchi, a concelebrare la messa don Diego Fognini, coscritto di Bogialli. Durante l’omelia don Nicola ha ribadito due parole: soffio e colori. «Soffio è una parola che è rimbalzata più volte nei nostri pensieri in questi giorni: per un soffio nostro fratello Roberto poteva essere qui, per un soffio quel masso poteva essere un po’ più avanti o un po’ più indietro e per un soffio quella tragedia di sarebbe sfiorata, ma sono domande che rimangono senza risposte e neanche la fede vuole una risposta definitiva piuttosto ci aiuta a leggere alcune cose con altre parole con altri significati- ha rimarcato - : ci fa leggere la tragedia come un soffio di vita, quella che Roberto ha vissuto su questa terra, condiviso con sua moglie, dato a suo figlio, vita dedicata e che ha speso in mezzo suoi amici».
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