Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 22 Settembre 2016
Allarme bruchi, diverse zone invase
Morbegno, Traona, Cosio Valtellino e Piantedo tra i Comuni più colpiti, serie di telefonate ai vigili del fuoco. Dalla Fojanini arrivano rassicurazioni per la salute: «Non sono urticanti, provocano danni soltanto alle colture».
Si moltiplicano a vista d’occhio, si spingono sulle pareti delle abitazioni, nei giardini, sui prati. Sono i bruchi che in questi giorni stanno invadendo alcune zone della Bassa Valle, Morbegno in particolare, ma anche Traona, Cosio Valtellino, Piantedo.
Dal settore Difesa fitosanitaria della fondazione Fojanini arrivano però le prime rassicurazioni su quello che in ogni caso viene definito« un fenomeno eccezionale» in zona: non si tratterebbe di processionaria e quindi di un insetto capace di provocare reazioni allergiche nell’uomo.
«A una prima visione delle larve - spiega Martino Salvetti tecnico della Fojanini - si dovrebbe trattare di nottue, sono larve delle tipiche farfalle notturne che capita di vedere anche nelle case quando nelle serate estive si lasciano aperte le finestre e si accende una luce dalla quel sono attratte».
Questi bruchi «non sono dannosi sotto il profilo sanitario per la popolazione». Sono, invece, infestanti per le colture, «infatti le prime segnalazioni dalla bassa valle nella zona di Regoledo, Morbegno e sulla costiera retica dei Cech sono arrivate da chi possiede campi e prati».
La fondazione Fojanini con l’Istituto zooprofilattico di Sondrio si occuperà delle analisi delle larve per capirne la natura. In attesa dell’identificazione degli insetti si invitano i privati a provvedere alla disinfestazione delle singole proprietà, così come prevede la normativa di riferimento, saranno invece le autorità pubbliche a intervenire nel caso in cui fossero eventualmente interessati spazi ed edifici pubblici.
In Bassa Valle fra lo scorso fine settimana e ieri sono state decine le telefonate ai Comuni, azienda sanitaria e vigili del fuoco per segnalare il problema.
L’ultimo intervento dei pompieri di Morbegno risale a lunedì in zona Piantedo dove si è attuata una bonifica insetti di questo tipo. «Il fenomeno in bassa valle è indubbiamente insolito per dimensioni-ancora dalla Fojanini -è difficile capire le origini di questa diffusione che in genere si verifica per aspetti climatici particolari, come il cambio repentino delle temperature ad esempio. A questo punto si deve aspettare che si completi il ciclo vitale del lepidottero, le larve che ho sotto mano sono grosse, significa che stanno terminando di nutrirsi e se si dovessero trasformare in farfalle a breve con l’arrivo della stagione fredda morirebbero naturalmente . Si può comunque intervenire con insetticidi geoinfestanti sui terreni».
Per chi si ritrova i bruchi vicino a casa si consiglia di utilizzare «un blando insetticida sui balconi o in prossimità delle finestre per dare loro fastidio. Tra 20 giorni, un mese quando lo stadio evolutivo sarà più avanzato - ancora dalla Fojanini - si possono lasciare appese o a terra delle bottiglie, dove praticare dei fori, riempite di liquido in fermentazione zuccherino, tipo la birra, per attirare e catturare i lepidotteri. Rimarco comunque la non pericolosità per l’uomo e mi riservo di terminare le analisi sui campioni».
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