Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 05 Giugno 2016
Aggredisce la ex e i carabinieri
Giovane in manette in ospedale
Morbegno: ha atteso la donna al lavoro e le ha messo le mani al collo. Due militari intervenuti per sedare la lite sono finiti al pronto soccorso.
Il pubblico ministero pare intenzionato a contestargli anche il tentato omicidio, per ora, però, l’accusa nei suoi confronti è di resistenza a pubblico ufficiale. Un’accusa che gli ha fatto scattare ai polsi le manette e che ora lo trattiene nel “repartino” psichiatrico dell’ospedale di Sondrio, dove il giudice Pietro Della Pona ha deciso di farlo trattenere per consentire ai medici di curarlo.
Ennesimo caso di stalking sfociato in un’aggressione quello avvenuto mercoledì scorso a Morbegno, dove un giovane di 25 anni del posto ha da dato in escandescenze e se l’è presa prima con la sua ex fidanzata - più grande di lui di qualche anno - e poi con i carabinieri di Morbegno.
Il morbegnese - stanco a suo dire di vestire i panni dell’“altro” - si è presentato al bar dove la donna lavora «per affrontarla e chiederle un impegno maggiore nella loro relazione». La reazione della donna, scocciata da quella sorta di “agguato” - a quanto pare l’ennesimo atto persecutorio che è stata costretta a subire negli ultimi mesi (e l’arrestato ha confermato gli atti persecutori)- ha innescato un litigio violento. La donna è riuscita a liberarsi dalla presa (lui le avrebbe messo le mani al collo) e a trovare riparo da un’amica. Da lì ha chiesto aiuto ai carabinieri che sono quindi intervenuti. Il giovane, vedendoli arrivare, si è scagliato verso di loro dimostrando chiaramente di non essere più in sé. I militari hanno riportato prognosi che l’ospedale di Morbegno ha giudicato guaribili dai 5 ai 10 giorni. Anche la donna ha dovuto fare ricorso alle cure mediche. Il giovane, invece, si è ritrovato con le manette ai polsi e, visto il suo stato, si è preferito per un ricovero provvisorio nel reparto psichiatrico di Sondrio, dove ieri mattina il giudice Pietro Della Pona ha effettuato la convalida.
Il pm Stefano Latorre si è opposto all’eventualità degli arresti domiciliari e il giudice ha ritenuto che per il bene del giovane fosse meglio l’ospedale.
La revoca della misura cautelare sarà ora subordinata anche all’eventuale percorso di cura che il giovane dovrà intraprendere.
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