Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 07 Novembre 2015
Acque, giù le mani. Sindaci riuniti
contro lo «scippo»
A Dubino l’incontro voluto del senatore leghista Crosio: «La gestione di centrali e dighe accentrata dallo Stato».
Fasce tricolori riunite a Dubino. La Valle, la Provincia e tantissimi Comuni, con le associazioni di categoria ritrovano dopo la “battaglia per la statale 38”, le leggi sull’autonomia, unità e coesione su un nuovo grande obiettivo, la difesa del patrimonio idrico locale. E nasce un nuovo slogan, “Giù le mani dalle nostre acque”.
Ieri, a Dubino, oltre cinquanta sindaci di Valtellina e Valchiavenna con il presidente della Provincia Luca Della Bitta, la presidente del Bim Carla Cioccarelli, i dirigenti delle Comunità montane hanno risposto all’appello lanciato dal senatore della Lega Jonny Crosio. Un’allerta su progetti, che vengono denunciati, per «accentrare nelle mani dello Stato la gestione di centrali idroelettriche e dighe». A Monastero davanti alla centrale Enel si è ricomposto un fronte condiviso, che chiede di mantenere agli enti locali, centralità sui rinnovi delle concessioni idroelettriche.
«Stiamo correndo un grande rischio - ha annunciato il senatore Crosio - la riforma del titolo Quinto della Costituzione realizzata dal governo Renzi, vuole rimettere in discussione quanto si è ottenuto nella gestione locale dei nostri beni idrici. Il governo è pronto ad accentrarli nelle mani dello Stato: una prospettiva drammatica per la provincia di Sondrio, che si vedrebbe sottratto un patrimonio che gli appartiene di diritto e rubati gli indennizzi che le aziende pagano per l’utilizzo delle nostre acque. E noi dobbiamo decidere, se ci sta bene, o no. Per questo ho chiamato a una risposta gli amministratori pubblici, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, per dare forza alla protesta: se lo Stato - ha aggiunto Crosio - sta per prendersi ciò che abbiamo di più prezioso dobbiamo far sentire la nostra voce, tutti insieme. La questione - ha spiegato - riguarda innanzitutto le acque, ma anche la progressiva perdita di finanziamenti, di uffici periferici, di sostegno e tutele. A Roma dovrà essere chiaro che questa provincia non si arrenderà mai».
© RIPRODUZIONE RISERVATA